Pagina (177/258)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Al colmo del furore, il vecchio gridava. Venne Angiolina la quale indovinò subito di che cosa si trattasse. – Vattene – disse al padre con grande malumore e lo spinse fuori.
      Il vecchio Zarri si fermò sulla soglia, esitante: – Egli – disse accennando ad Emilio – non sapeva nulla né di Tic né di Toc.
      – Glielo racconterò io – disse Angiolina, ridendo ora di cuore. Poi gridò: – Mamma vieni a prendere papà. – Chiuse la porta.
      Emilio, terrorizzato dagli occhi pazzi che lo avevano guardato sì a lungo: – È ammalato? – domandò.
      – Oh – fece Angiolina con disdegno – è un poltrone che non vuole lavorare. Da una parte c'è Tic, dall'altra Toc e così egli non esce di casa e fa sgobbare noialtre donne. – Tutt'ad un tratto rise sgangheratamente, e gli raccontò che tutta la famiglia per compiacere al vecchio, fingeva di sentire le legnate che pervenivano alla casa da parte di Tic. Anni prima, quando la fissazione del vecchio era appena nata, essi stavano in un quinto piano al Lazzaretto Vecchio, e Tic stava al Campo Marzio e Toc in Corso. Cambiarono di casa sperando che in tutt'altra regione della città il vecchio avrebbe di nuovo osato di andare sulla via, ma ecco che subito Tic va a stare a Opicina e Toc in via Stadion.
      Lasciandosi baciare ella disse: – L'hai scampata bella. Guai a te se egli, giusto in quel momento, non si fosse ricordato dei suoi nemici.
      Così divenivano sempre più intimi. Egli aveva oramai scoperto tutti i misteri di quella casa. Anch'ella sentiva che nulla in lei poteva più ripugnare ad Emilio ed una volta ebbe una bellissima espressione: – A te racconto tutto come a un fratello.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Senilità
di Italo Svevo (Ettore Schmitz)
pagine 258

   





Angiolina Vattene Zarri Emilio Tic Toc Angiolina Mamma Angiolina Tic Toc Tutt Tic Lazzaretto Vecchio Tic Campo Marzio Toc Corso Tic Opicina Toc Stadion Emilio