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      D'inverno, all'epoca del Natale e di Capo d'anno, e a Carnevale davano costì delle rappresentazioni in un teatrino messo su dalle ragazze stesse e dalle maestre: recitavano le giovinette commediole spiritose e anche qualche dramma: «I due Sergenti», «Paolo e Virginia», «Rosa e Bianca», s'usciva per così dire, dall'infanzia e dall'adolescenza, per entrare in piena vita di sogni.
      L'istituto era quasi claustrale: proibito ai calzoni d'entrare in mezzo a tanta grazia di Dio; le ragazze erano guardate a vista peggio che se fossero state tante Cafie, Zine, Azize, Ièmile, Halime, Aisez, dell'Harem del Sultano!
      Io, non potevo avvicinarmi meglio d'un altro; anche perchè, essendo già un giovinetto che dimostravo un'età più grande di quella che avevo, e svelto la mia parte e la mia parte ficchino; la direttrice, (ch'era la signora Bracer) e le maestre mi temevano come il diavolo l'acqua santa: la zia mi riceveva in «parlatorio», una stanza piccoletta con certe ottomane ricoperte di velluto verde, con fodere bianche e una porta grossa ferrata dalla parte delle gallerie che s’apriva rarissimamente e confabulare con qualche persona di famiglia, con que' bocchini di rosa.
      Quell'anno vi furono grandi avvenimenti; le rappresentazioni divennero straordinariamente importanti e vi figurava (ora non ricordo più che dramma avessero tirato fuori) un sergente col suo bravo Kepì e tutto l'armamentario. L'attrice doveva caricare e scaricare il fucile, presentar l'arme, marciare per fianco destro, ecc. insomma non soltanto io detti il vestito che avevo serbato, ma caso veramente straordinario, fui ammesso alla presenza di due vecchie zitellone e della mia buona zia, a far la parte d'istruttore: la bimba (la chiamerò così, sebbene fosse una giovanetta di 16 o 17 anni) si chiamava Carmela; era palermitana; ricchissima (dicevano) e figlia di un gran patriotta che era entrato con Garibaldi in Palermo la mattina del 27 maggio, capo d'una squadriglia d'insorti.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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