Pagina (55/82)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Giorni sono è accaduto che l'aiutante del duca d'Aremberg, è stato fatto prigioniero dai nemici, mentre dall'armata andava a portare al duca le lettere della posta. Il principe Enrico, ricevute queste, ed osservato il sigillo della duchessa d'Aremberg, spedì un trombetta al corpo del duca colla lettera e due righe, nelle quali gli diceva che, sebbene avesse prese coll'aiutante le sue lettere, non voleva differirgli la soddisfazione d'avere nuove della duchessa sua sposa, giacché era informato dei rispettabili sentimenti che li univa. In questa guerra si vedono altresì dei tratti d'umanità. Tutto il bene che si può fare ai nemici senza pregiudicare la causa, si fa. Se un servitore mi ruba e va al nemico, con una trombetta si passa l'avviso, e reciprocamente si consegna. I nostri prigionieri erano ben trattati nei primi anni a Berlino e dovunque; ma avendo poi il re di Prussia saputo che i suoi si confinavano nel Tirolo, non si tolleravano in Vienna, ed erano maltrattati, cambiò metodo; però non si può dire che siano maltrattati. Qui non v'è opinione né stabile, né ragionevole sul conto del re di Prussia, è un asino e peggio se occorre. Nel momento però che abbiamo un minimo rovescio, tutti ammutoliscono e si guarda il re come un gran soldato, e si teme. Un gran soldato lo è certamente, e lo dobbiamo dire per nostra riputazione, giacché resiste alla Francia, Austria, Moscovia, Impero e Svezia collegati, contro di lui, e attualmente non possediamo un palmo del suo.
      Da che v'ho scritto mi son più volte trovato nella piccola guerra che i posti avanzati fanno a Belgen.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Diario Militare
di Pietro Verri
pagine 82

   





Aremberg Enrico Aremberg Berlino Prussia Tirolo Vienna Prussia Francia Austria Moscovia Impero Svezia Belgen