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      Vi abbraccio.
     
     
     
      Dresda, 28 novembre, 1759.
     
      Troppe cose vorrei scrivervi, né so se ne avrò l'agio; prima vi dirò dell'affare di Maxen accaduto giorni sono: omettendo interamente quello che potete sapere dai fogli pubblici, vi informerò invece di quelle circostanze che formano la storia arcana. Figuratevi che la nostra armata, dopo aver inutilmente contemplato il nemico nel suo campo di Torgau per quindici giorni, inoltrandosi la stagione si ripiegò verso Dresda, dove fummo il giorno 17. L'armata appoggiava il suo fianco dritto alla città, e faceva fronte al nemico che era a nord. Il re di Prussia non trovando il suo conto d'attaccarci ove eravamo, pensò d'obbligarci ad abbandonare Dresda col tagliarci la comunicazione colla Boemia: Distaccò un corpo di dodicimila uomini sotto il comando del generale Wunsch e lo portò a Maxen. Ciò fatto, a noi non restava altro partito o di passar L'Elba e ritornarcene in Boemia, ovvero far sloggiare il nemico da Maxen, d'onde ci avrebbe rappresagliati i viveri che ci vengono dalla Boemia e intercettata la comunicazione. Il maresciallo marciò con porzione di gente verso Maxen il giorno 19, poi vi marciò il 20, e sempre ritornò senza mai aver potuto vedere i nemici, i quali sono controllati da boschi e scavi impraticabili. Anche il giorno 21 il maresciallo stava per ritornarsene a Dresda colle truppe. Era veramente cosa meschina il vedere come non si trovasse un villano che potesse spiegare come fosse quel terreno al di là del bosco. I Sassoni non sono niente nostri amici.


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Diario Militare
di Pietro Verri
pagine 82

   





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