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Le giornate passano piuttosto noiose in questo soggiorno, per quanto si cerchi di occuparsi vedendo il poco che v'ha di interessante e raccogliendo particolari sugli usi e costumi del paese. Siamo intenti a ridurre il nostro bagaglio, limitando il numero delle casse e facendo queste di non più di una trentina di chilogrammi ognuna, perchè una mula possa resistere a portarne alla lunga due. Parecchie di queste sono occupate dai regali che a nome del Comitato milanese si dovranno presentare al re e ai capi che saranno con lui. Molte varietà di oggetti si possono regalare, ma in genere i più accetti sono le così dette camice, o cinque metri di tela, oppure per maggior lusso la stessa misura di velluto o stoffe di seta a colori vivaci: fiammiferi, candele, bottiglie a cipolla col collo allungato e colorate, armi, coltelli, parasoli, carta da lettera.
 
     
Spesso i nostri lavori sono interrotti da seccatori che vengono a domandar medicine perchè ammalati, a farci semplicemente delle visite a titolo d'amicizia, ma in fondo in fondo per curiosità, per domandare qualcosa in regalo, od almeno per bere un bicchierino di liquore, oppure per proporci a comperare qualche lavoro in argento, di che però pretendono tre volte il valore.
 
     
Faccio una visita a un tal Mercher, che avendo vissuto qualche tempo in India parla benino l'inglese ed è dragomanno del re. Abita un bel tucul, vasto, il cui soffitto è abbastanza ben fatto con travi, in modo da nascondere la paglia che costituisce il tetto.
  
  
  
  
  
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 Abissinia
 
Giornale di un viaggio
 
di Giuseppe Vigoni 
Editore Hoepli Milano 1881
pagine 284  | 
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 Comitato Mercher India
 
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