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penso che Carlo sentisse piacere di questa ambascerìa e di quel che domandava ; mentre e9 prevedeva bene che una simile Città per la sua fa* vorevole situazione, avesse con le sue forze a difendere da questa banda tutto il Regno di Napoli , ed essere nella stagione estiva soggiorno Sovrano. Ne punto discordarono dai fatti queste calde parole, tra perchè accolti i Vestini iu una città forte di sito e di baluardi , fecero sempre suonare il nome loro temuto anco oltra le rive del Sangro e del Metauro, e 1' Aquila prese ad esser quasi la bastila della stessa città di Napoli. Che come dalle storie e da molti fatti abbiamo, Partenope incontro ai suoi nemici or più or meno corse quella sorte medesima che l'Aquila; la quale solea esser presa di mira la prima allora quando Toleasi assoggettare la capitale. Siccome lo mostrano a chiare note le invasioni dei Germani , dei Bavari , ed altri paurosi eventi.
Checche ne sia di ciò, certo si è che le sue mura, fatte costruire fin dal t3i6 da Leone Cicci de Cassia Governatore della Città (i), circoscrivono un trapezio irregolare che rassomiglia , direi quasi, quell' augel sovrano di cui porta il nome; e girano per quattro miglia incirca afforzate a quando a quando da torri quadre, e sono storiche torri. Potrei aggiungere che in sul principio vi si contavano dodici porte, e dei novanta paesi in circa , che vennero a fabbricarvi i propri quartieri, ognun d'essi s'ebbe il sito per le
(t) Sulla porta Lavareto ( oggi S. Antonio) Jeggrsi •uir oggetto la seguente iscrizione ; A. I). M. CCC.XVI. hoc opus murorum factum est tempore Lconis Cicci de Cassia.
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