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   gio a quelle alte vette degli Appennini. —- Ma tornando ad*Aquila; il suo clima è salubre; di rado soffiano il maestro e la tramontana, di frequente i venti greco«levante apportatore di pioggia , neve e freddo , ed il ponente cagione di burrasche e grandini, che formansi sopra i monti circonvicini. Il paese poi sorride sempre di quella freschezza rugiadosa, che natura spande sul verde delle campagne e su i vigneti de' colli ; mentre il ;ole :
   » Il Ministro maggior della natura »
   ( Dante )
   dólcissimo piove su di essa i torrenti della sua luce, e la luna, èstro confidente ai silenzi, l'in-nalba nella serenità delle notti. Dall' un de9 lati si bagna perennemente i pie nelle acque del famosissimo Aterno, il quale porta suo tributo alla Pescara e con essa all' Adriatico. Ad Oriente ed Occidente si aprono due amene del pari e vaste pianure, ricche di ampi prati ed ubertose e fresche vallicelle. Qua corone di vigneti sparsi di valghi casini frammisti a pastorali abituri, là verdeggianti colline che ti sorridono co9 suoi tanti paeselli, i quali specchiatisi vagamente nel (lume che gli serpeggia d'intorno; al cui rumoreggiare, mi b grato il dire , si unisce il canto di vati augelli , sia nelP affacciarsi l'aurora, sia nelle più calde ore meriggie, sia più ancora al cadere del giorno. Insomma il bel zaffiro del Cielo, le aure sgombre di tristi vapori , i z elfi ri che la carezzano co' loro profumi e le rugiade che F imperlano delle loro brine; tutto presentandoci in un magnifico panorama , ti apre allo sguardo una
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