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da qualunque pagamento di sovvenzioni, sussidi, collette od altro dovuto gii alla sua corte*. i> £ » n^n contenta , qui soggiunge Carlo Franchi f » di aver conceduta alla Città , suo Contado e » Distretto la riferita grazia , ne accordò altra » di maggiore rilievo. Le diè facoltà di battere w nella sua Zecca monete di argento per lo spasi zio di anni cinque , sènza pagamento alcuno s» alla sua Corte : e che i lucri , i qu;ili se ne » ritraevano, fossero rimasti a beneficio della »» Città medesima ». Da Ferdinando poi figlio di Re Alfonso I di Aragona , appuuto nell'anno 1458 ebbe T Aquila il collegio de'Dottori , i quali decidevano le cause dell' intiera provincia , senza riconoscere altro Tribunale , che del Re immediatamente e del suo Governatore : tal che quello in che convenissero tra loro gli Aquilani rosse sauto ed inviolabile , e le sole dubbiezze o le discordanze si assoggettassero al loro giudizio. Lo stesso Ferdinando, che usava di questa Città come di puntello al trono in cui sedeva , la de* coro delle seguenti prerogative : di battere moneta , e di aver Io studio ed università pubblica eoo quante godevano immunità , onorificenze e facoltà Siena, Bologna, Perugia ed altre più fiorite città d' Italia. La medesima facoltà gli diedero ancora i sopracennati Alfonso e Ferdinando Re di Aragona , e addì 8 Luglio i4;5 furono battuti ducati di oro da Cola Autonio Caguani , al riferir del Massonio (t). Permise di più il su
(i) A tenore de* privilegi ottenuti dalla Regina Giovanna li iutorno la piena potestà di coniare monete, Re Alfonso d'Aragona nel i^ji concesse a Lille Campone-schi la Zecca dell' Aquila , nella quale potesse iar bau
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