ne i semi e ad impedirne uu tal quale sviluppo. Quinci e quindi e non altrimenti ette per tulle le cillà del Regno e d'Italia , iu Aquila si numeravano le tremende fazioni de9 Bonagiuu-
guenza di questa lega , furon resi vani i sforzi di Federigo. Circo mezzo secolo dopo Federico II nipoie al pri* ino , eletto imperadore d' Àlemagna, e già per eredità re di Sicilia e di Puglia ( il qnal regno fu fondato da Ruggero I ), volle ridurre di nuovo a sommessione la Lombardia , ma invano. Il di lui figlio Manfredi tenne ancora il regno di Sicilia e di Puglia ; ma per aver questi tolte molte piazze alla S. Sede , e favorendo i Ghibellini, fu scomunicato da9 Papi ; e Clemente IV chiamò Carlo
In questo le città tutte d'Italia erano agitate da intestine discordie, traendo frutto dalle quali i conti , i marchesi e alcune fra le principali famiglie andavano preparandosi un potere assoluto ; che anzi non pochi audaci capi usurpavano il dominio sopra altre città libere. Ad alimentare vieppiù tanti germi di guerre cittadine , concorse la formazione di bande mercenarie chiamate compagnie di ventura , che vendevano al miglior offerente le armi , e devastavano e conquistavano per conto dei loro condottieri ; e non è a dire quanto queste lotte favorissero i disegui di tutte le famiglie cupide di domiti io sovrano, le quali riuscirono a fondare i stali di Milano , Modena , Ferrara , Mantova , Verona , Urbino , Parma, Toscana ed altri assai. L'incivilimento però che fra i toibidi delle repubbliche era nato e cresciuto, e
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