Stai consultando: 'Artisti Abruzzesi Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI', Vincenzo Bindi

   

Pagina (37/309)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (37/309)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 30 — ¦
   in un articolo biografico intorno all'Abruzzese pittore, del quale articolo, più che da altre fonti, a noi è piaciuto trarre le notizie che lo riguardano). Egli vedeva in un' opera che gli si presentava l'indole e la riuscita del giovane; contemporaneamente correggeva l'arte, la morale, la civiltà: diceva: la società aver bisogno di galantuomini, non di pittori, né potersi essere buon pittore senza essere buon galantuomo. Quindi un uomo come lui fondato su i grandi principii morali e filosofici, rallegrata la mente dell' arte divina di Febo e di Apollo, e convinto, che il principio che informar deve ogni prodotto delle due arti sorelle é la virtù ; immagini ognuno quali dovevano essere gli argomenti, che imprendeva a trattare. Nelle lettere fu castigato, profondo e chiaro scrittore, studiato nel verso, ma per lo più vestendo argomenti didascalici... A chi aveva ridotto il suo occhio come un limpido specchio nel ritrarre le perfezioni della purissima forma ed aveva la mente illuminata, non era certo diffìcile far vaste opere nel vigore della sua età, se voluto lo avesse; ma dato com'era alla istruzione della gioventù, questa assorbiva tutto il suo spirito ed i] suo cuore, ne terminava col terminar della luce del giorno, volendo che i giovani andassero a lui benanco la sera dopo lo studio del nudo, e non gli lasciava largo di tempo ad eseguire grandi lavori >.
   Non vaste perciò e numerose furono le tele animato dall'Angelini; ma brevi e poche. Ricorderemo fra le altre quella a figure terzine, al Carovita di Roma; 1'Assunta al vero per l'Ungheria; il Focione che beve la cicuta e l'Ercole che getta la lira in disegno, oltre una infinità di studi e di disegni in ogni genere, opere tutte di classica forma, testimoni perenni dell' ingegno di un uomo, che tanto bene a' giovani aveva recato, e che aveva avuto il coraggio di affrontare l'arte nella sua maggiore estensione. Nel ritrarre con istraordinaria valentia, si ad olio che a pastello, la immagine de' personaggi, egli ritraeva altresi mirabilmente l'indole e la storia di essi, e questo provano, tra i molti in Roma, i due ritratti in un sol quadro, di lui e del fratello, che si tengono per mano; figure al vero, opera dagli artisti quale antica onorata ; ed i ritratti di Saverio de Rogati, Angelo Maria Ricci, Melchiorre Delfico, Ferri Pisani, del MarcheseVenuti, del celebre Bruno Amantea, di P. Piazzi,Zingarelli: de'due sommi critici Andres e Bonafede, di Nelson, Franceschi,Gar-gallo, Fenaroli e di tanti altri clic per brevità tralasciamo. Lo stu-