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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   derna, la quale venne sostituita all'altra preziosissima e di eccellente magistero, che un tempo arricchiva il tesoro di S. Flaviano: in essa si vede scolpito lo stemma della nobilissima Casa Acquaviva in argento dorato : vi si legge questa semplicissima epigrafe:
   Sacellum Divi Flaviani M. et P.
   La seguente importantissima iscrizione in lettere di oro brunito su fondo nero , la quale è disposta in sette giri intorno al braccio di S. Biagio, ci rende notizia del tempo in cui 1' opera venne compiuta e del valente ignoto artista. La pubblichiamo tal quale è scritta, con la stessa ortografia.
   « In Dei nomine amen. Anno Domini MCCC nonagesimo quarto
   < mensis agusti secunde indictionis. Hoc opus fecit fieri venerabilis « vir sir Antonius Petri de Corropulo dignus Archipresbiter Et-« clesie (sic) sancti Flaviani et Canonicus Aprutinus, in quo est bra-«^hium gloriosissimi sancti Blasii Episcopi et Martyris, in quo qui-
   < dem etiam sunt hec (sic) reliquie de brachio sancti Laurentii, de « reliquiis sancti Nicolai episcopi et confessoris, de Colonna Christi, « de lapide sepulcri, de reliquiis Sanctorum Martyrum Lengontiani « et Denunttiani (sic), de reliquiis sancti Martini episcopi et con-« fessori», et de aliis pluribi (sic) reliquis quorum nomina ignora-
   < mus. Factum per Magistrum sir Bartolomeus sir Pauli de Te-« ramo ».
   Cosi abbiamo sicura notizia, non solo dell'epoca, 1394, in cui l'opera venne condotta a termine per commissione dell'Arciprete di S. Flaviano, Antonio di Pietro di Corropoli, divenuto poi Vescovo di Teramo, ma del bravo artista Abruzzese altresì, sconosciuto per incuria de'nostri maggiori , ma che in questo tempo fioriva, illustrando la Regione nostra.
   Questo nostro Artista visse contemporaneo o di poco anteriore ad altri valorosi ingegni di queste provincie meridionali, tra i quali, pur tacendo de'moltissimi, ci piace di ricordare Francesco Perez e Pietro Toralla, dimoranti nella città di Napoli, che eseguirono non pochi lavori egregi di oreficeria per ordine di Alfonso di Aragona, tra cui un calice od una patena di argento dorato