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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   mo della sua vita: basta a noi di averlo ricordato in queste pagine, troppo fortunati e superbi che il sommo maestro delle musicali armonie, gloria e decoro di questo secolo, abbia tratto la sua origine da'nostri Abruzzi !
   Bevilacqua Mariano, canonico di Atri e primicerio della Cattedrale, insigne maestro di musica. Lo ricorda il più volte citato Necrologio con le seguenti onorevoli parole: Anno Domini 1549 die vero X Maj obiit venerabilis ser Marianus Bevilacqua Cano -nteus et Primicerius hujus Ecclesiae, in arte musicali praecla-rus, cvjus anima requiescat in pace.
   Boncori Giov. Battista di Campii, detto anche Buonocore. Nacque il 1643 e fu discepolo del celebre Mola; ma per perfezionarsi nel disegno si recò in Lombardia, e poscia a Parma ed a Venezia, ove studiò e copiò le opere più celebri di quei valenti professori. In seguito a Ferrara volle ammirare i lavori del Guercino, di cui era innamorato: né tralasciò di visitare prima la casa di lui a Cento, ed in appresso Bologna e Firenze, ove tanti capolavori dell'arte antica e moderna si conservavano. Ammirati i monumenti ed ossequiato in quella capitale della Toscana il Gran Duca, che lo accolse con somma benevolenza , tornò a Roma ove, come lasciò scritto il Pascoli, se prima che ne partisse ebbe stima e concetto per alcuni quadri che aveva fatti, non minore ne acquistò quando imbevuto della vaga, spiritosa e forte maniera dc'veduti in viaggio, altri ne fece. Fra i suoi lavori ricorderemo una tela nella quale rappresentò il Martirio di S. Gaetano, per la villa Medici; un S. Andrea Avellino, la Strage degl' Innocenti, ritoccato, come vogliono alcuni, dallo stesso Mola, un S. Antonio di Padova, con la Madonna ed il Bambino, la Deposizione dalla Croce ed un Gesù; e dopo il ritorno dal suo viaggio, La Crocefissione, un gran quadro per la Chiesa di Araceli; alcune dipinture, in concorrenza di altri artisti, nella tribuna di S. Carlo; un quadro nell'altare maggiore della Chiesa degli orfanelli, attribuito falsamente dal Titi a Carlo Maratta; cinque quadri, rappresentanti, quattro le vittorie di Annibale al Ticino, alla Trebbia, al Trasimeno ed a Canne, ed il quinto la morte di Asdrubale nella battaglia del Metauro por Monsignore di Taranto, ed altri molti lavori, stimati egregi dagl' intelligenti, che collocano il nome del nostro Abruzzese fra i più chiari cultori delle arti belle. Fu protetto da nobili e da letterati; ed apri nella sua casa