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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   La scuola Napoletana faceva sforzi sovrumani per uscire dal barocco e dal troppo compassato c sapiente fare de'Greci, messo in voga,dopo le aberrazioni dell'arte ne'secoli antecedenti, dal Canova, da Camuccini, da Sabatelli e dallo stesso Costanzo Angelini, che dirigevano, sul principio di questo secolo, tutto l'andamento dell'arte italiana. Sicché Guerra, de Vivo, Natale Carta, Michele di Napoli od i loro seguaci e successori spendevano le loro fatiche ed i loro studi eletti a trovare una novella via, nella quale avrebbero potuto mostrarsi né pedissequi imitatori de'maestri, né esclusivi partigiani di Gerard, Girodet, Gros, Berget, Michalon, Boguet, Denis e Franck, il quale poi divenne maestro e capo della Reale Accademia di Belle Arti, artisti che l'intruso governo Francese aveva d'oltre alpi inviati fra noi. Però ad onta di questi generosi sforzi, la scuola mancava di un sicuro indirizzo, quando l'Abruzzese Giuseppe Bonolis, lutto intento ad un lavoro assiduo, volle assumersi l'arduo compito di ricondurre l'arte allo studio del vero, trascurando quelle altre parti che pure ne formano il complesso, e contribuiscono alla perfezione dell'opera.
   Dotato di placida indole, di sereno ingegno, modesto, umile, si pose ardito per questa via; e possiamo con sicurezza affermare, essere egli pienamente riuscito nel suo nobile intento, sicché lui salutiamo caposcuola e maestro della presente generazione di naturalisti.
   La vita di questo illustre artista è solenne documento di quanto possa la ferrea volontà e la costanza de'propositi, congiunte alla virtù, all'ingegno ed alla sapienza. Nacque egli a Teramo il primo gennaio del 1800 da Luigi e Cecilia Quartaroli; e fin da'pri-mordii della sua vita, mostrando vivace ingegno ed animo nobilissimo, coltivò con amore le arti del disegno nella stessa sua patria , e fu nominato maestro di calligrafia nel R. Collegio. Nel 1820, perchè appartenente alla setta de' carbonari, venne destituito dal suo ufficio; allora, vedendosi mancare i mezzi di sussistenza, pieno l'animo di nobili desiderii, con la speranza che serenamente, gli sorrideva, promettendogli un lieto avvenire, e forse spinto da quel segreto presentimento, che spesso annunzia la gloria di futuri trionfi, povero, solo , non avendo a compagni dell'arduo pellegrinaggio che i suoi venti anni, un cuore entusiasta del bello, un ingegno eletto ed una fede vivissima ne' suoi futuri