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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300
— (il —
destini, lasciò Teramo e si condusse a Napoli nella primavera del 1822.
Quivi giunto, cominciò a menare stentata vita, insegnando calligrafia: e spinto più dalla necessità che dalla sua naturale indole, volle applicarsi all' architettura , che dopo breve tempo abbandonò per volgere tutte le potenze dell' animo suo allo studio del disegno e della pittura , alla quale sentivasi fortemente chiamato. Quantunque già innanzi negli anni , pure giunse, 11011 curandosi degli ostacoli, a superare il difficile tirocinio, ed in breve le' nell'arte cosi rapidi e straordinarii avanzamenti, da ottenere nella Reale Accademia di Belle Arti fino a quattro premii trimestrali per dipinti esposti nelle pubbliche Mostre. Bopo dièci anni di un lavoro indefesso, egli si rese espertissimo in tutti gli eser-cizii tecnici, e seppe congiungere in modo mirabile lo studio diligente e coscienzioso della natura e del re.ro, la somma correzione del disegno, la fusione, l'armonia e la sobrietà del colorito, con una lunga ed assidua meditazione delle opere degli antichi e delle ragioni più riposte de'dcstini della sua nobilissima arte.
Preso d'amore per virtuosa e bella giovanotta sua allieva, l'Adelaide Mazza, figlia del consigliere Tommaso, l'ebbe in isposa nel 1832; e cosi, reso pienamente felice da questa fortunata unione, non visse che per la famiglia e per l'arte.
Tra i molti dipinti che egli condusse a termine, ricorderemo la Morte di Abele, quadro esposto nella pubblica mostra di Belle Arti (1837) in Napoli: volle egli rappresentare Adamo compreso da spavento e ila dolore per la novità del misfatto e per la perdita del diletto figliuolo; ed Eva compresa da sbigottimento e da stupore innanzi al tremendo spettacolo, fino allora a lei ignoto, della morte; e VInfanzia di Bacco ed il matrimonio di questo Nume con Arianna, lavori di leggiadra composizione, di ottimo colorito e di corretto disegno, che meritarono le lodi di tutti coloro clic desideravano veder l'arte tornata sulla vera via: si ammirano oggi nella R. Pinacoteca di Capodiinonte tra i capi d'opera dell'arte moderna. Dalla lettura del Petrarca, gli sorso il pensiero di tradurre in colori sulla tela quella soavissima canzone « chiare, fresche e dolci acque » e raffigurò Laura nell'atto di bagnarsi, tutta chiusa da un recinto ombroso di piante, mentre intorno alla bella persona piovevano fiori, che si posavano qual sul grembo, qual sulla