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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Braga. Dopo solo due anni di studii ir 1 «fessi, il giovanetto divenne padronissimo ed esperto di tutto il meccanismo che il difficile istru-mento presenta, superandone arditamente, e con bravura , le non poche difficoltà. A 14 anni fu nominato maestro, e nelle pubbliche accademie riscosse sempre, come concertista di violoncello, gli elogi più lusinghieri, anche da'valentissimi conoscitori.
   Al Ruggi, morto nel 1845, succede nell'insegnamento del contrappunto Carlo Conti: uno de'discepoli che più onorò l'egregio maestro, insieme a P. Serrao, fu il nostro Braga, il quale, anche oggi, ricorda con affetto e venerazione il nome del valente professore. In una bella lettera indirizzata al Comm. Florimo, benemerito Archivario di S-Pietro a Majella, il Braga grato rammenta gli studi di quella età giovanile e le fatiche sostenute: « Fu veramente fortuna, cosi egli « scrive, la venuta di Carlo Conti a maestro di contrappunto e com-« posizione nel Collegio di musica. Egli rimise la scuola, che da « qualche tempo insensibilmente deteriorava, al suo primo lustro, al « suo antico splendore, ed obbligò i su J discepoli a scrivere, in testa « del libro de'loro studi di contrappunto, una teoria chiara, munita « di tutte le spiegazioni necessarie per premunire l'allievo delle va-« lide ragioni per isciogliere i più intricati e difficili problemi mu-« sicali. In una parola, quanto più io studiava con amore, ed oso di-« re con veemenza, sotto Carlo Conti, tanto più diveniva entusiasta « della sua maniera d'insegnare, che, senza quasi avvedcrinenc, « giorno per giorno mi faceva progredire nell'arte del contrappunto « e nella composizione, che era la meta di tutte le mie aspirazioni. « Il Conti era cosi benevolo con tutti i suoi allievi e particolar-« mente con me, che spesso m'invitava a recarmi in sua casa per « darmi lezione; e quando lo credè opportuno, mi consigliò a scri-« vere una messa, che pure non fu trovata buona da chi reggeva « la somma delle cose musicali nel Collegio, ed io, indispettito, la « condannai alle fiamme; poi scrissi un primo atto dell'opera intito-« lata Zoè, che neanche meritò approvazione; insomma quello fu per « me un periodo di contrarietà, che in vero durò qualche tempo, ina « che combattendo, seppi vincere, salvando alcune basse e male in-« tese suscettibilità ed alcune gelosie di mestiere, dalle quali qual-« che volta non vanno esenti né gli uomini di merito, né coloro che « si trovano alto locati, incomprensibili per altro dalla generalità, « ma che pure avevano arrestato il mio entusiasmo e quasi affievo-