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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

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a cura di Federico Adamoli

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   — 70 -
   « lito il mio ardore per l'arte di comporre. Ma quel caro maestro « Conti, d'indole si benigna, e di principi e costumi veramente pa-« triarcali, fu il primo che ini consigliò a mettermi addirittura, « senza esitare più, sotto la direzione di Mercadante. Ecco la pana-« cea, sorridendo diceva, per mostrare di aver talento, gusto, in-« somma per poter dire essere nato veramente per la musica. Io se-« condai i suggerimenti del mio caro maestro, e Mercadante mi ri-« cevè tra i suoi allievi. Immantinenti mi fece scrivere un piccolo « corso di solfeggi, una cantata intitolata Saul, una Messa con quatr « tro voci per orchestra, molte fantasie e svariati pezzi per violon-« cello con accompagnamento di pianoforte, che eseguivo con qual-< che successo nelle pubbliche accademie che si davano nel Col-« legio ».
   Nel 1849, col poco danaro che guadagnava dando lezioni fuori del Collegio, fece venire a Napoli a sue spese l'altro fratello Giuseppe, che educò all'arte con ogni amorevole cura, e dal 1859 in poi prov. vede con un annuo assegno a'bisogni della sua non agiata famiglia , e della vecchia madre, che egli adora.
   * La prima opera che Braga scrisse nel 1853 fu Alina, che ebbe fauste sorti. Ma si decise poco dopo ad abbandonare Napoli per continuare altrove la sua artistica carriera; e messosi in viaggio, dette prova della sua valentia prima a Firenze, meritando applausi unanimi e calorosi, ed il titolo di membro onorario di quella celebre ed artistica Accademia, e poscia a Vienna, ove conobbe e fu caro al vecchio Mayseder: ivi col napoletano Stanzieri, giovane di raro ingegno (che doveva a 25 anni morire alla gloria ed all'arte) di cui visse sempre amicissimo e di cui raccolse l'estremo respiro, si esercitò nello studio della musica classica alemanna, che interpetrava con gusto e con sentimento squisito ed artistico.
   Dopo qualche tempo Braga tornò in Italia, e dette a Firenze un concerto; ma si accorse pur troppo, come scrisse egli stesso alla egregia Donna Amalia Acquaviva Colonna, sua protettrice, non essere r Italia il paese propizio a' concertisti-, e volle perciò nel 1855 recarsi a Parigi, ove giunse con soli 20 franchi; e si sarebbe certamente trovato il) grandissimo imbarazzo, senza il pronto e generoso soccorso della buona Donna Amalia, per la quale, come per tutti gli Acquaviva, il Braga ha conservato sempre e conserva vivi sentimenti di affetto e di riconoscenza. Quindici giorni dopo il