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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

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a cura di Federico Adamoli

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   distinto e chiarissimo maestro Filippo Gianni, che non solamente prese impegno di ammaestrarlo nella musica, in cui era valentissimo, ma volle altresi riceverlo in sua casa, prodigandogli affetto, come a tenero figliuolo. Dopo sette anni di studiojndefesso, il Gianni, per suoi affari particolari, dovè abbandonare Lanciano, ed il giovane Ciccarelli, a premura di egregi cittadini, potè ottenere dalla signorina Cordoni, figlia del Sottintendente, valentissima suona-trice di pianoforte, lezione di pianoforte e di partimento: ma dopo non molto, la sua genorosa e valente maestra fu costretta di trasferirsi in Napoli.
   Protetto dalle doviziose e rispettabili famiglie di Lanciano Orgarani e di Giorgio, perchè sprovvisto di ogni mezzo di fortuna, cominciò la sua artistica carriera col dare lezioni: venne in seguitò accolto come figlio nella casa del Conte G. Genuino, e vi rimase fino al 1826, nella quale epoca partì per Napoli. Fu dapprima allievo di Crescentini, e poscia di Zìngarelii, dal quale apprese contrappunto e composizione. Assistito da questi due luminari dell'arte musicale, fece in breve rapidissimi progressi, e potè ottenere un posto gratuito nel Real Collegio. Nel 1830 si recò a Dresda per darvi lezioni di canto con assai vantaggiose condizioni: dopo poco divenne in quella capitale della Sassonia il maestro alla moda, ricercato e stimato da tutti, bene accetto ed onorato dalla stessa Corte. Trascorsi 10 anni, essendo rimasto vacante il posto di maestro di canto per i soli ed i cori nella Cappella del Real Collegio di Dresda, tale onorevolissimo ufficio fu offerto al Ciccarelli, che lo tenne per 7 anni, dal 1841 al 1847. Fece studi accurati e profondi sulla musica tedesca con la guida di Francesco Detzarer, dotto compositore e suonatore esimio di violoncello, e musicò nel 1865 una Messa di requiem ed una Messa di gloria, stimatissime: compose altresì molte arie e non pochi applauditi pezzi. Scrisse un'opera seria col titolo Caterina di Guisa, dedicandola al Re di Sassonia Federico; ma non potè essere rappresentata: vestì di dolci note tre sonetti di Petrarca; una serenata, una pastorale, uno stabat per sole voci di donna con accompagnamento di quartetti di corde, che, eseguito da 27 signore dell' alta nobiltà di Dresda, ottenne un successo immenso. Venne nominato dal Re di Sassonia maestro della sua real Casa. Ottenne non poche onorificenze, e fu insignito del titolo di membro di varie Accademie Musicali. Artista insigne, o