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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300
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Lucoli; e secondo il Crispomonte fu il medesimo maestro Pietro « autore dell'arma imperiale, delle porte, finestre, archi ed altre cose che sono nel Castello di questa Città di Aquila, stimate da'moderni scultori per cose rare, e più tosto invidiate, che da nessuno sinora emulate (1)». Visse dunque questo valente artista nel XVI secolo, ai tempi di Salvato, di cui fu forse discepolo, ed esegui belle sculture e finissimi intagli nel ricordato Castello di Aquila. In esso vi è mirabilmente intagliata l'arma ispano-cesarea di Carlo V, e quella di Pietro di Toledo Viceré, benissimo conservate. 11 Castello, come si vede dalla iscrizione apposta sulla porta, fu innalzato per ordine del Viceré D. Pedros de Toledo nel 1534 ad reprimendam audaciam Aquilanorum, in seguito a quanto era accaduto a'tempi del Principe di Qrange (2). La citata epigrafe ci fa noto anche l'architetto del Castello, che fu il Cav. Gerosolimitano Pier Luigi de Scriva Valentino, il quale nel 1558 eresse altresì il Castello S. Elmo in Napoli, come si rileva dalla iscrizione posta nella porta principale di questa fortezza, trascritta dal Parrino nella Vita di Pietro di Toledo. Tutti gli altri scrittori Napoletani, e principalmente il Sarnelli ed il Car-letto la riportano viziata, ponendo Serina in luogo di Scriva.
A torto gli storici Aquilani attribuirono le sculture della porta del Castello a\1'Articola; giacché sia per i cartocci e le volute, che ne' descritti ornati si ammirano, introdotti nell' arte da Michelangelo; sia perchè tra l'epoca della erezione del Castello che fu l'anno 1534 e quella in cui venne compiuta la statua di S. Sebastiano (1478), corre troppo divario, da far credere impossibile che la vita artistica di Silvestro si fosse tanto oltre protrattale sculture e gli ornati descritti sono certamente di epoca posteriore, e lavoro egregio di Pietro di Stefano, per testimonianza dell' Anti-nori, del Crispomonte e di altri storici e cronisti Aquilani. Di questa opera, ricordata dal Ticozzi (3), ecco che cosa lasciò scritto il Leosini:
« Sopratutto è degna di essere ammirata la bella porta, la quale è tutta vestita di bianca, finissima pietra calcarea, e sculta a fiorami e festoni, con un finissimo lavorio, che non ha pari. Ritratta al vivo è la ferocia de'due draghi che sostengono con le branche
(1) Op. c. L. 3. Leosini op. c. pag. 175 in nota.
(2) Cirillo, Annali di Aquila, libro 14 ed ultimo, pag. 130.
(3) Dizionario etc. tom. 3, pag. 327.