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Carta Idrografica d'Italia
Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Tipografia Nazionale di G. Bertero & C., 1903, pagine 209

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO IV. Misurazione dei corsi d'acqua.
   Scelta dei luoghi per le misurazioni. — Tutte le misurazioni furono latte col molinello a segnalazione elettrica, tranne quelle delle sorgenti con piccola portata, che non ne consentivano l'uso. Sempre poi si procedette coi metodi e coi criteri già molte volle accennati nei precedenti volumi di queste Memorie, per cui non occorrono altre spiegazioni in proposito e basta indicare le località prescelte e le epoche, e riportare i valori trovati.
   Le misurazioni nell'arteria principale s'incominciarono nella località Ortolano, ove già è riunita una discreta portata. Si sarebbe voluto esplorare il liume alquanto più in su, fra gli alti monti, ma le difficoltà d'accesso in estate e l'impossibilità materiale, per molti mesi dell'anno, quando la regione è sepolta totalmente sotto la neve, di ricercarvi le acque perenni, lo sconsigliarono. In seguito si misurò ripetutamente presso Totlea, poi a Montorio al V'ornano, ed una volta sola prima della presa del molino di Ganzano ; infine varie volte alla foce per riconoscerne il definitivo regime. Quivi veramente la portata si ottenne misurando tanto l'alveo, quanto i tre canali derivati, De Vincenzi, Galvano e Giampietro, al loro incile: anzi questi due si misurarono pure nelle fughe degli opifici e allo scarico nel torrente Galvano, quando non si distribuiva acqua per l'irrigazione. Nel tronco interposto tra Montorio e Ganzano non si ripeterono le misurazioni perchè si riconobbe che le infiltrazioni nascoste erano, in quel tronco, inapprezzabili.
   Gli influenti che richiesero speciali misurazioni sono tre: il rio Fucino, il rio Arno ed il fiume Mavone : ognuno di essi ha qualche confluente rimarchevole, ed accoglie sorgenti o tributi speciali mollo importanti.
   Le sorgenti furono misurate direttamente alle scaturigini, quando si potè, o poco dopo, se poste in luoghi inaccessibili. I corsi d'acqua invece lo furono dopo aver acquistato una mediocre portata ed allo sbocco, e qualcuno anche in qualche tratto intermedio, quando le immissioni parziali lo consigliarono.
   In ipianto poi all'epoca delle misurazioni non si poterono stabilire turni regolari, nè procedere con troppo ordine per varie ragioni, e propriamente:
   I perchè quasi tutte le sorgenti nascono fra altissimi monti, a quote elevate, ove la neve perdura ordinariamente non meno di sei mesi all'anno, rendendo non solo difficile l'accesso, ciò che a vero dire non è stato finora causa ^ufficiente per impedirci le escursioni, ma provocando correnti temporanee che, coperte come sono dalla neve stessa, non si possono separare dalle vere scaturigini.
   i perchè negli anni durante i quali si tenne in osservazione il fiume, le pioggie primaverili ed autunnali furono tanto frequenti da impedire, nel Vomano specialmente, che le inagre progredissero olire il mese di settembre, o che seguissero dopo un inverno molto freddo e asciutto.
   Inoltre nel 190(1 e nel 1901 anche nell'estate frequenti acquazzoni interuppero, nel momento buono, la serie delle misure, e soltanto nei 190-2 si potè riconoscere contemporaneamente lo stato dei molteplici influenti in forte magra.
   Misurazioni eseguite. — Bastando questi pochi cenni a spiegare i criteri che ci guidarono nella scelta dei luoghi e dei tempi per le misurazioni, riportiamo nel seguente quadro le portate riscontrate :