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Carta Idrografica d'Italia
Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Tipografia Nazionale di G. Bertero & C., 1903, pagine 209

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   sere per sei mesi all'anno circondate da potente strato di neve, ossia nelle medesime condizioni di (piella del rio Arno (ria esaminata. Eguali vi sono adunque le difficoltà delle indagini nei tempi piò propizi) alle magre, anzi impossibili, per l'incertezza della provenienza dell'acqua che in quei tempi si misurerebbe.
   I àmviene adunque attenerci ad allri criteri, escludendo persino quello dei pluviometri, che a poco servirebbero in questo caso, seppur funzionassero bene, perchè causa principale delle variazioni delle portale è la maggiore durala della neve sui monti, anziché la ijuantità delle precipitazioni.
   In mancanza di meglio, le notizie più attendibili si possono ricavare dalle informazioni locali, di gran valore questa volta, perchè il paese ili Isola del Gran Sasso è lambito dai due corsi d'acqua, ed ha su essi, a fianco dell'abitato, alquanti opifici che ne derivano qua-i tutta la pollata di magra, lavorando a distesa, cioè senza invasare, ed hanno bisogno per il loro esercizio di una minima portata ben conosciuta. Sapendo intanto che non hanno mai dovuto diminuire il lavoro per mancanza di acqua, si sa di già che la portata ordinaria dei loro canali non mancò mai e quindi l'incertezza rimarrebbe appena sulla piccola eccedenza che scorre negli alvei.
   Con questi elementi e con quelli raccolti in Ire anni d'osserwizioni dirette, abbiamo potuto accertarci che la portata totale del Ruzzo difficilmente scende sotto i m3 0. 750 e quella del Mavone, avanti la confluenza, sotto i m8 0. 450. Pur non accettando questi numeri come quelli di massima magra, si hanno di già sufficienti dati per pervenire ai risultati a cui tendiamo e si può perciò, senza ripetere i ragion amen li già fatti per altri consimili corsi d'acqua, indicare le minime portate assolute
   possibili più prossime al vero, nel modo seguente:
   Piume Buzzo: fossa Ceca, prima delle sorgenti ili Santa Colomba . . . ms 0.010 fossa Ceca, dopo le sorgenti di Santa Colomba .... , 0.050
   fosso Malepasso, all'incontro della fossa deca.........., 0.015
   F. Buzzo presso Pretara..................... « 0. 680
   F. Ruzzo presso Isola del Gran Sasso..............................„ 0. 700
   Fiume Mavone: fosso Inverno di Corno, prima delle sorgenti......0.000
   fosso Inverno di Corno, dopo le sorgenti del Mavone . „ 0 200
   fosso Spoledra....................................„ 0.015
   F. Mavone presso Molino Pretella..................................,0. 300
   F. Mavone ad Isola del Gran Sasso prima del F. Ruzzo..............,0. 350
   F. Mavone allo sbocco nel Vomano................................. 1.050
   Il fosso di Castiglione di Tossicia, presso quest'ultimo paese, ove riunisce i suoi Ire bracci, ha
   una massima magra di............................m® 0.005
   che conserva inalterata fino allo sbocco nel Mavone.
   Il Vomano in ultimo, ricevendo scarsissimi tributi nel rimanente suo corso, che bastano appena a compensare le perdite per evaporazione nell'alveo, avrebbe le seguenli portate di massima magra:
   F. Vomano, dopo lo sbocco del Mavone..............m* 2. 350
   Id. alla foce nell'Adriatico.................2. 300
   Quest'ultima portata è puramente teorica, ossia quella che sarebbe se non fosse nella massima parte derivata. F.ssa poi è anche inferiore a quella del tronco superiore, perchè, seppure null'altro intervenisse, basterebbe la forte evaporazione nel largo e profondo letto ghiaioso, per disperderne alquanta. Ma le derivazioni possono anche detrarre l'intiera portata, per cui la massima magra effettiva alla foce deve ritenersi di in3 0.000.
   Riepilogando, si avrebbe il seguente: