Stai consultando: 'Carta Idrografica d'Italia Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata', Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Pagina (118/223) Pagina
Pagina (118/223)
Carta Idrografica d'Italia
Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Tipografia Nazionale di G. Bertero & C., 1903, pagine 209
108
A questa costituzione geologica di tutto il bacino del rio, corrisponde esattamente la posizione delle scaturigini, le quali cosi dimostrano di esserne in diretta dipendenza. Infatti nella zona dogli alti monti di calcare permeabilissimo fino alla prima sorgente sopradescritta, vi è mancanza assoluta d'acqua perenne, cominciando questa alla predetta quota di metri 15-it, ove con altre prossime, trovò lo sbocco, perchè i calcari marnosi rossi, forse del lias superiore, e, alquanto dopo, gli altri calcari più decisamente argillosi (calcari a fucoidi dell'eocene medio), fecero ostacolo al libero deflusso sotterraneo delle acque obbligandole in parte ad assorgere.
In seguito, scendendo la valle, l'alternanza di calcari compatti e di calcari marnosi, sulla sponda destra, crea quei piccoli bacini permeabili, che danno luogo alle polle minori, molto sparse; i (piali bacini però non hanno rapporto con quello generale del Gran Sasso che, contornato nel versante sul Vomano dulie roccie impermeabili a maggiore altezza che nel versante sali' A terno-Pescara, versa in questo tutte le sue acque di circolazione profonda, tributando nell'altro solamente con qualche polla di falda o col prodotto dei piccoli bacini isolati.
Sulla sinistra sponda, invece, ove le roccie arenaceo-argillose dominano più estesamente e raggiungono maggiore altezza, non vi sono sorgenti, e piccole e poche sono anche a valle di Pietra-camela ove [iure lidi roccie si estendono.
Coniamo line a questi cenni sull'origine di tutto il presente gruppo di sorgenti, dovendone trai tare più distesamente in altro capitolo. Però non è qui fuor di luogo dire come la qualità apparente delle acque delle diverse polle sia pure in relazione con la loro provenienza.
A parte la temperatura, di cui diremo fra breve, quelle dovute ni calcari compatti sono di gusto eccellente; quelle che derivano dai calcari marnosi sono alquanto insipide, quasi fossero poco acreate; e, in line quelle poche e piccole provenienti dalle arenarie sono forse migliori ancora delle prime, perché agli ottimi requisiti di questo aggiungono una speciale leggerezza ed una non eccessiva freschezza, che le fa preferire.
La temperatura, invece, che ha pure, generalmente, molta relazione con la natura delle roccie dalle quali l'acqua deriva, nel caso presente è in più diretto rapporto con l'altitudine. Cosi quella della prima sorgente del rio Arno, a metri ln24, In trovata di 3°. 75 ; le scaturigini a metri 1200 segnarono da 6° a 6°. 5 ; quelle a metri 900 circa, 7°. 5 ed in ultimo tutte quelle vicine ai inetri 380, da 11. ò a \-2. 5.
Osserviamo che le acque a temperatura inferiore ai 7 sono da ritenersi addirittura nocive alla salute, specialmente in estate, e quelle fra i 7° ed i 1(1 non troppo igieniche, (ili abitanti di Pietra-carnela infatti attribuiscono alle loro acque freddissime tutte le malattie, persino le lente consunzioni; ciò è esagerato, ma non esclude, che il berne senza le dovute cautele, anche in piccola quantità, produca subito qualche disturbo, particolarmente ai viandanti affaticati dall'erto e disagevole valico dell'Appennino, provenienti dalla provincia d'Aquila, che incontrano prima d'ogni altra la polla più fredda.
Sorgenti del fiume Mm oiie. — In questo fiume definiscono numerose ed abbondanti sorgenti, che dobbiamo dividere in due gruppi, due essendo i corsi d'acqua nei quali si versano, ossia in sorgenti del fiume Mavone ed in sorgenti del fiume Buzzo.
I. Sorgenti del Mavone.— I nomi dei corsi d'acqua che formano il fiume Mavone sono localmente differenti da quelli segnati sulle carte dell'Istituto geografico militare. In queste, per esempio è indicato quale fosso Vittore, il più lungo ramo che comincia al sud-est del monte Corno, separando la più eccelsa vetta del Gran Sasso, dai suoi primi contrafforti, mentre sul luogo esso è detto Inverno di Corno (non mi è riuscito decifrare in altro modo questo nome, pronunciato malamente dai pastori abruzzesi), fino all'incontro di un altro ramo che scende all'est del Vado di Corno, e che prende il nome di Mavone non appena incontra le acque della omonima sorgente.