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Carta Idrografica d'Italia
Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Tipografia Nazionale di G. Bertero & C., 1903, pagine 209

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   che convoglia le acque della bella sorgente di Capodaa/ua, la più abbondante di tutto il Tronto ; indi la sorgente Pescara, pure abbondante, omonima ad un prossimo villaggio, ed infine altri brevi e poveri rigagnoli, ilei quali meritano di essere nominati soltanto il fosso di Fini ila ni a o Camurtina presso Arquata, od il rio Garruffi, all'ingresso ili Acquasanta, ai cui piedi sgorgano le rinomate sorgenti solfuree di egual nome, delle quali diremo particolarmente in seguito.
   Nel tronco successivo, fra Acquasanta cioè ed il torrente. t'Inviane s'incontra soltanto, oltre je scarse acque perenni ili Paggese, il fosso di Cernara o Stallo, al principio della salita della Marzola. Quindi si versa, poco prima del ponte di Mozzano, il torrente Fluvione, che ha le origini sul monte Vettore ed è formato in alto da due rami eguali di nome ed egualmente lunghi e scarsi di acqua estiva, dopo i quali racimola discreta portala coi numerosi piccoli tributi laterali e cosi sbocca nel Tronto sulla sinistra, relativamente pingue.
   Dopo di esso nessun influente importante si riscontra, lino ad Ascoli Piceno, ove sulla destra si immette il più grosso tributario, cioè il torrente Castellano (omonimo di quello che sbocca presso Amatnce), che ha le origini fra il Pizzo di Sevo ed il monte Ceraso e si forma con due rami, il rio Castellano ed il rio di Valle ('antellaiiii, accogliendo poi presso Vosci il tosso Valle 'Pevera e più in giù il Rio. oltre innumerevoli fossetti che gli accrescono alquanto la scarsa dotazione estiva, la quale soltanto ai piedi della rupe ili Castel Trosino riceve un forte aumento, dovuto alle numerose e belle sorgenti che da quel paese presero il nome, solfuree alcune e di acqua comune le altre.
   A valle di Asculi sboccano nel Tronto fossi e torrenti completamente asciutti in estate, i più per povertà naturale, e qualcheduno per l'irrigazione nella vallata, che ne consuma la piccola portata perenne.
   Sono essi il torrente Chiarii, prossimo ad Ascoli, a sinistra, ed il torrente Marino, a destra, che convoglia una piccola parte delle acque della Montagna dei Fiori; indi,nuovamente a sinistra, il fosso ili Bretta, il torrente Chifenti. il torrente Lama ed il torrente Fiobbo, col quale si chiuderebbe il bacino. se altri numerosi fossetli non continuassero a fiancheggiare l'arteria principale lino al mare.
   Trasformazioni idrografiche. — Nessuna trasformazione può ricordarsi nel Tronto, oltre l'interrimento che determina la protrazione della foce nell'Adriatico e le derivazioni di numerosi canali a scopo industriale od agricolo.
   La protrazione della foce però, naturale a tutti i fiumi, è ponderabile nei suoi effetti sollanto a lunghi periodi, perchè le correnti marine che distendono sulle spiaggie le torbide convogliate dalle piene, rendono tanto lieve l'acquisto della terraferma, da non potersene apprezzare annualmente la superficie; e siccome nessun caposaldo rimane dei tempi addietro, non può l'arsi alcun apprezzamento sul suo progredire.
   Le derivazioni dei canali per usi industriali ed agricoli non esercitano azione sensibile sulle modificazioni dell'alveo, perchè l'acqua sottratta dalle prime ritorna al fiume, e quella delle seconde, tutte a valle di Ascoli, quando è limpida, in tempo di magra, nulla toglie agli interrimenti e quando è torbida per portate ordinarie o di piena del fiume, diventa trascurabile per volume, o cessa, sospendendosi allora l'irrigazione.
   Inutile pure è parlare di quelle costruzioni sulle sponde dei fiumi, quali gli argini in terra, i muri di sostegno e simili, che non hanno altra azione sulla corrente, oltre quella d'impedirle di corrodere le ripe.
   Lunghezze. — Sebbene poco interesse presentino le notizie sulle parti dell' arteria principale scarse o prive di acqua perenne, pur nondimeno ne indichiamo la lunghezza per poter in ultimo dare quella di tutto il corso. Lo slesso facciamo per i tre suoi più cospicui intluenti, omettendo invece quelle dei piccoli tributari, asciutti durante la siccità.