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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto!
gio, da Cblledara propriamente detto. Essa s'avanzava lentamente, come richiedeva il carattere, diṛ, sacro della passeggiata; e, appena dalle finestre la vedevamo spuntare, finivamo in fretta di metterci in pronto. Nella squadra si distingueva, in modo speciale, donna Maria Giuseppa, famosa per la pinguedine che le affogava la testa tra i due immensi cocomeri del seno. Parlava e respirava a fatica, camminava a fatica, mentre le sottane andavano in qua e in là, con ritmo cadenzato e malinconico, come se sonassero a morto. E c'era anche Pettodoro, un signore sulla sessantina, coś chiamato per vezzo della madre, fin da bambino, in luogo di Teodoro, che era il suo vero nome. E il nomignolo gli rimase fino alla morte. Egli aveva il viso sbarbato e lungo, che veniva avanti prima del resto della persona ; e, la domenica, in segno festivo, metteva la tuba, sempre vecchia anche quando era nuova. Allora la tuba era d'uso comunissimo, e la portavano anche i giovanetti di quattordici o quindici anni. Pettodoro, era un buon amministratore dei suoi beni, messi insieme con una vita di privazioni e di risparmii; ma, nello stesso tempo, era stato, e, credo cercasse di essere ancora, in quella sua tarda età, un infaticabile conquistatore di serve e di contadine. Quella lunga faccia di Pettodoro si vedeva, infatti, lampeggiare nella maggior parte dei giovanotti e delle giovanette di quel tempo. La tuba che aveva in capo, gli metteva il desiderio di parlar l'italiano, e in cị mostrava gli indizii d'un ingegno inventivo che non si poteva non deplorare fosse andato coś miseramente perduto. Tra le parole inventate da lui ricordo il verbo messore per sentir messa. — Avete messato ? — egli domandava a quelli che incontrava la domenica.
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