Stai consultando: 'Colledara - aggiuntovi: Da Colledara a Firenze', Fedele Romani

   

Pagina (81/336)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (81/336)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   visioni i sonni innocenti.... Questi fantasmi, od altri consimili, passavano per la mia mente di giovinetto, mentre il prete diceva la messa e le contadine mormoravamo le loro rozze e semplici preghiere. L'odore incognito e indistinto saliva intanto fino a me insieme con quello dell'incenso; e la Madonna parlava coi Re Magi nell'altare di faccia.
   Quelle fosse, ogni tanto, erano naturalmente vuotate e, in certo modo, ripulite per far luogo ai nuovi morti ; e le ossa e gli altri resti venivano depositati in una specie d'ossario, che era nel vuoto di un muro della sacrestia; ma, una volta, non so bene perchè, forse perchè anche l'ossario era ormai pieno, i resti più minuti della ripulitura furono senz'altro gettati in mucchio in un fianco della chiesa, dove non c' era porta e dove la gente, per solito, non andava. Accanto al mucchio delle ossa, mi ricordo, c'era un piccolo mucchio di pietre, quante ne può portare un mulo in una volta sola; e la voce pubblica diceva, che, di notte tempo, v' erano state trasportate dal Tale dei Tali, che, avendo avuto un figliuolo dalla sua fidanzata, vivo o morto che fosse nato, l'aveva sotterrato lì, accanto al muro della chiesa, perchè non fosse lontano da ogni benedizione; e che poi aveva ricoperto e nascosto con quel carico di pietre la terra smossa di fresco e rimasta senz'erba.
   Noi ragazzi ci divertivamo un mondo a saccheggiare quel mucchio di ossa umane, a giocare alle piastre con esse, e a spaventarci a vicenda, a rincorrerci, agitando con la mano un pezzo di cranio o di stinco. E non era raro il caso che mettessimo in tasca qualche falange di dito o qualche altro ossicino, e che portassimo la malsana curiosità e lo spavento fin tra le mura domestiche. Con questa assidua operosità quelle sciagurate reliquie