non tardarono in pochi anni a sparire del tutto; e io sono profondamente persuaso che, il giorno del Giudizio, esse saranno fra quelle a cui riuscirà più difficile di ritrovarsi e riconoscersi; e tutto per causa nostra.
La messa, per solito, durava poco, perchè nelle feste ordinarie essa era semplicemente bassa; e poi il prete, che veniva da un paese lontano un paio di chilometri, aveva fretta di tornarsene a casa e non stava a perdersi in tante lungaggini inutili, come sogliono fare, per paura del vescovo, i preti delie città. La messa cantata era tenuta in serbo per le feste propriamente dette, le quali erano piuttosto frequenti per quella naturale aspirazione di tutti i villaggi a uscir dalla solita semplicità e monotonia di vita, a vedere un po' di gente di fuori e far un po' di ribotta. Ciascuna delle statue di santi, venerate nella chiesa, aveva la sua rendita propria per provvedere al suo giorno festivo: ma, poiché non di rado essa era scarsa e insufficiente, si suppliva con l'elemosina. Il procuratore, ossia il deputato della festa, sceglieva un paio delle più fresche e fiorenti ragazze della cappellania e le mandava attorno alia cerca del grano, del granturco, dei legumi, e anche del danaro. Chi poteva dir di no a quelle belle ragazze? Quando si presentavano in un' aia dove si trebbiava il grano o si schiccolava il granturco, quando si presentavano, dico, rubiconde di gioventù e di fatica, non c'era bisogno che aprissero bocca per chiedere: il grano e il granturco correvano da sè dentro le canestre. Oltre la cerca, alcune volte si soleva fare anche il pallio: una specie di lotteria su una rozza immagine a olio del santo, alla quale, per maggiore attrattiva, era attaccata nella parte superiore, una fila di monete d'argento. L'immagine, su tela senza cornice, era sospesa, come un labaro, a un'asta, e portata attorno a raccoglier firme,