rappresentare, in modo speciale, la cultura e la civiltà; e sono spesso la linea di transizione tra lo stato di contadino e quello di signore. Il contadino che vuol divenire signore, comincia col farsi prete.
C'erano vecchi preti rozzi, col naso e il gilè tabaccosi, e cappellacci a larghe accartocciature; c'erano preti giovani, con certa pretensione di eleganza e con riputazione di liberali. Ma essi, più che l'amore della patria, coltivavano quello per la donna. Mostravano, come ho detto, un certo studio d'eleganza. Non credo che ci sia classe sociale, nè foggia di vestire che non possa avere la sua particolare eleganza, non fosse altro per la maniera di portare gli abiti. Forse, in questo senso, a ricercarla bene, si potrà, a volte, scoprire l'eleganza anche nell'infamante costume dei reclusi. L'eleganza di quei giovani preti liberali consisteva nel portare una chierica molto piccina e, qualche volta, col non portarla per niente affatto, o in gran parte obliterata dai rinascenti capelli ; nel tenere il collare molto serrato al collo, in modo che la grossa pelle rifluisse sopra; e il collare doveva essere non già alto due o tre dita, come quello dei vecchi pretoni, ma un dito appena ; e, finalmente, era ritenuta eleganza il portar la sottana invece del tradizionale soprabito e il raderai la nuca col rasoio; e niente scarpe con le fìbbie, ma stivaletti con l'elastico. Questi preti giovani ed eleganti venivano per lo più da famiglie di contadini. I nuovi tempi cominciavano ad essere troppo contrarii alla religione ed al sacerdozio, e i giovani delle famiglie signorili preferivano rimaner secolari : i contadini, invece, profittavano dei posti lasciati vuoti dai signori, e s'affollavano intorno ad essi per occuparli e aprirsi una via anche loro all'ambita considerazione degli altri. Nè era difficile conseguire l'intento, perchè i vescovi possede-