vano un' arte squisita nel foggiare quei nuovi sacerdoti, e se ne sbrigavano con due o tre anni di seminario.
La maggior parte dei forestieri venivano in casa la mattina della festa, poco prima di mezzogiorno, e ripartivano dopo il pranzo, sul tardi; ma alcuni, amici pił intimi, o parenti, venivano il giorno della vigilia; e, se la festa, come spesso accadeva, durava pił di un giorno, essi si trattenevano per tutto quel tempo, e, alle volte, anche qualche giorno di pił. In mancanza assoluta d'alberghi, l'ospitalitą era un bisogno, e la si praticava con la spontaneitą delle abitudini pił naturali; ogni casa agiata aveva una o due camere, delle migliori, riservate pei forestieri; e, quando i forestieri erano troppi, le persone di famiglia sloggiavano, e spesso si accatastavano in piccolo spazio per far luogo ai nuovi venuti. Non di rado, per altro, a causa di questi incomodi traslochi, avvenivano dei fatti molto spiacevoli, e solo l'abitudine ne poteva attenuare il disgusto.
Mi ricordo ancora di quello che, a questo proposito, accadde a me. Potevo avere un tredici o quattordici anni, e mi trovavo, appunto per una festa, alloggiato in una ricca famiglia di un paese non molto lontano da Colledara. L'ultimo giorno della festa, avvenne che i padroni di casa, avendo, per una strana combinazione, creduto che io me ne fossi gią andato via, la sera chiusero senz'altro il portone e lasciarono fuori me che, invece d'esser partito, me ne ero andato, senza dare alcun avviso, a un teatro di bambini. Quando tornai, naturalmente un po' tardi, sentii ghiacciarmi il cuore al vedermi davanti, contro il solito, quel portone chiuso. Cominciai a picchiare, ma nessuno rispondeva. Quei di casa, stanchi della festa e delle tante noie, respirando a pieni polmoni * libertą, erano andati a letto ben per tempo, e dormi-