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Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   erano aspre questioni e minacce. Una signora un po' nervosa, che si distingueva pel suo odio accanito contro i capelli voltati all' insů, ossia per i cosiddetti ciuffi, portati dalla rivoluzione, e si ostinava alle staffe che scendevano ai lati della fronte e ricoprivano gli orecchi (una specie d'acconciatura alla De Mérode) aveva piů volte gettato fuori dalla finestra le paste e i confetti rifiutati. Dopo questi atti, cosě energici e risoluti, rinnovatisi spesso, tutti si affrettavano a contentarla; ma, se per caso capitava qualche novizio ribelle, essa ripeteva la minaccia, e dovevano accorrere quelli che conoscevano la serietŕ dei suoi propositi, per trattenerla. E voleva non solo che ognuno si servisse per se stesso, ma anche per i parenti lasciati a casa; e riempiva lei medesima le tasche della gente, la quale, come dice delle donne un poeta calunniatore, si difendeva e desiderava di esser vinta.
   Ma č giŕ notte, e, sulla piazzetta, i tamburi, il fischio e la gran cassa suonano giŕ la saltarella : těrete tům, těrete tům, těrete tům, tům tům.... tirate tům, (irete tům, těrete tům, tům tům. S'č formato un folto circolo di persone, e nel mezzo una coppia danza con impeto, come spinta da frenetica ebbrezza. L'uomo saltella con furia; ora alza una gamba, ora l'altra; ora si gira vorticosamente intorno a se stesso, ora gesticola, urla, batte un piede per terra, fa la ruota alla donna, avanzandosi di traverso, come il gallo, quando con un'ala abbassata si accinge ad assalire la gallina. La donna saltella anch'essa, ma con piů grazia, e con movimenti piů composti, tenendosi il grembiale, ora con tutte e due le mani, come per offrire qualche cosa che vi fosse dentro, ora con una