comici e dolorosi a cui dà luogo questa curiosa condizione d'animo.
Arrivano a un villaggio una, due, o più persone a cavallo e lo mettono tutto a rumore coi picchi e gli sdruccioli delle zampe ferrate sui ciottoli; parrebbe che la tranquilla popolazione dovesse essere richiamata da quel diavolio tutta alle porte e alle finestre; e corre, infatti, alle porte e alle finestre la gente povera, che, sicura come Amiclate, non teme neppur la voce di Cesare; ma le finestre delle case più agiate rimangono chiuse o deserte, e non si sente un respiro : paiono tutti morti : tanta è la paura di dover fare un invito ! Spesso, però, tra una stecca e l'altra di quelle persiane non sarebbe difficile, a un occhio scrutatore, scoprire qualche paio di pupille che seguono tra la curiosità e lo spavento il minaccioso passaggio.
Ma, alle volte, quel!'una, due o più persone mostrano di esser dirette proprio a una di quelle case deserte e silenziose; e s'arrestano davanti all'uscio che non s'è avuto tempo di chiudere; e s'avanzano, ahimè! su per le scale. E allora, ecco un furioso sbatter di porte; i morti si destano; rumori affrettati di passi, e spesso in punta di piedi; strascichi di gonnelle che spariscono come lampi nei vani delle porte; rimproveri repressi, soffocati alle persone di servizio. Ma le scale finiscono presto; e la voce dei nuovi arrivati già risuona sul pianerottolo. Bisogna senz'altro uscir loro incontro: oh che tortura sorridere e dir parole festose, quando si ha la bestemmia e l'imprecazione nel cuore! In generale, si manda avanti un ragazzo o una ragazza, che non hanno troppa vergogna se sono in cattivo arnese. — Ora verrà la mamma; mettetevi a sedere. — E la mamma intanto si veste: tonfi misteriosi, picchi di cassettoni aperti e chiusi. Fi-