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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto!
avesse osato, io credo che l'ira e il furore si sarebbero in lui cambiati istantaneamente nella più fanciullesca paura. Certo per quanto gli era possibile, geloso come era della dignità e autorità sua, avrebbe cercato di dissimularla, ma non avrebbe potuto durar a lungo in quella finzione; e la paura ingrandita d'un'offesa materiale alla sua persona avrebbe potuto più d'ogni altra paura. Con questa sua severità e impetuosità di carattere e un certo suo misurato riserbo nel parlare che non lo portava mai ad aprire tutto intero l'animo con nessuno (e a nessuno l'ho mai sentito dare del tu, tranne che a noi nipoti e a nostro padre), egli arrivava a incutere in tutti quelli che l'avvicinavano un rispetto che arrivava fino a un vago senso di terrore; e in noi nipoti questo sentimento raggiungeva un grado che mai esso potè essere in nessun modo attenuato neppure nei nostri anni adulti; non ostante che egli si fosse nella vecchiezza reso più dolce e più familiare. Ma bastava rivedere quel viso e quello sguardo, speciali, e riudir quella voce per sentirsi ritornare fanciulli e riprovare tutti i sentimenti e i pensieri indelebilmente impressi in quell'età.
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