Alle volte si aggiungeva anche un decano, il quale veniva dopo il viceprefetto. Le autorità superiori erano costituite dal rettore (mio zio), e dal vicerettore: più tardi si aggiunse il prefetto d'ordine. Il rettore e il vicerettore erano anche maestri. Il prefetto d'ordine faceva, se lo richiedeva la necessità, qualche classetta elementare.
I seminaristi pagavano un'umile retta: credo non più di una trentina di lire al mese, ed avevano un trattamento modesto, ma sufficiente e decente. Ciò non ostante, come sogliono tutti i convittori in genere, essi movevano spesso alti lamenti : non dico però che qualche volta non lo facessero con ragione. Ma più si lamentavano coloro che appartenevano alle famiglie più povere ed erano a casa loro abituati a mangiar male. Questi erano inesorabili.
Pratiche d'igiene non venivano in nessun modo osservate: non se ne aveva la più lontana idea. Mai bagni o lavande parziali della persona. Ogni camerata aveva la sua latrina, che era chiamata licet, e il suo lavabo. Una volta la settimana gli alunni cambiavano la camicia e il collarino da prete ; e il rettore faceva una rivista per accertarsi del cambiamento, non della camicia, che non appariva per niente affatto al di fuori, ma del collarino ; e questa era la sola sorveglianza da lui esercitata sulla nettezza degli alunni.
Al refettorio i superiori mangiavano insieme con gli alunni ; e mangiavano gli stessi cibi, ma più scelti e meglio preparati; i seminaristi lo sapevano e lo vedevano, e spesso, in segno di protesta, mandavano indietro la loro porzione senza toccarla. Una volta, mi ricordo, in uno di questi casi, il rettore, ossia mio zio, domando a un seminarista perchè non mangiava la sua porzione di lesso. — Non è buono, — rispose arditamente l'alunno.