veva chiamare insalata, ossia, secondo lui, non salata : si doveva, ir. fece, chiamare salaceterbòlea, parola perfetta perchè riuniva i nomi di tutti gli elementi di cui l'insalata si compone (sale, aceto, erba, olio).
Faccia tonda con tre dita di pappagorgia, occhio grifagno, oscuro e in contrasto con una bocca bonaria e sorridente, naso a punta aguzza, ecco Don Domenico Vecchioni, maestro dell'infim°. Egli era anche vicerettore, e soleva accompagnar sempre al passeggio il Rettore. Era uomo di scarsa coltura e di povera mente ; e la sua particolarità era l'impeto e la rabbia con cui soleva picchiare i suoi scolari. Ordinariamente pareva ed era mite ; ma spesso veniva preso da ire subitanee e bestiali: la voce e le parole divenivano irruenti, il labbro inferiore tremava ; e, dopo essersi pulite ai capelli le dite tabaccose, s'avventava contro la preda, e giù pugni, calci e schiaffi a tempesta. Uno scolaro, come per un istinto di difesa, un giorno si ravvoltolò su se stesso, si appallottolò come i così detti porcellini di Sant'Antonio e si ricoprì tutto col suo mantello : il maestro coi calci lo faceva rotolare per la scuola. La scuola taceva atterrita e in quel silenzio risuonavano gli urli e i pianti del paziente. In conseguenza dei ceffoni, non erano rare le emorragie nasali.
Questi erano gli uomini e questo l'ambiente della scuola di Atri che io dovevo imparare a conoscere, e tra cui mi trovai all'età di sette anni.
Da quel che ho detto parrebbe che i difetti dovessero superare i pregi ed esaminando le cose a parte a parte forse era così; ma considerandole nel loro insieme esse formavano un tutto armonico ed elevato ; e la forza unificatrice era il carattere e l'ingegno di mio zio : esso dava il tono al tutto, e quel suo alto sentire penetrava quel-