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Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   spiegazione di queir improvviso sfrigolio, accuso me e disse che io avevo sputato nel tegamino. Non era vero, nè sarei stato capace di farlo. Lo sfrigolio era stato prodotto da un fiocco di neve venuto giù per la tromba del camino. Ma Rituccia raccontò la mia fantastica colpa allo zio, come se fosse vera, lo non ero in casa, e lo zio mi aspettò soffiando c    10 zio m'inseguiva col bastone, e colpiva. Io urlavo: dicevo parole di difesa; ma chi mi credeva? Veramente, ora che ci penso, lo zio, il grave e maestoso zio, non doveva, quella sera, fare una gran bella figura mentre m'inseguiva col bastone attorno a un tavolino.
   Ma le busse veramente magistrali le meritai per via di un orologio a ripetizione. Un giórno, lo zio era in chiesa per l'uffizio: io mi trovavo solo nella sua camera in Seminario. Egli, guardate semplicità di vita, aveva una camera sola, dove riceveva, studiava, dormiva. Io ero stato lasciato solo con l'ingiunzione di studiare; ma invece io avevo trovato modo di divertirmi col suo orologio a ripetizione dimenticato sulla scrivania. Trin triti e poi da capo trin trin. Avevo tanto desiderato di poter veder da vicino quel misterioso orologio, e finalmente, eccolo fra le mie mani, tutto mio. Trin, trin, trin.... trin, trin, trin. Quando mi parve di aver finito di sfogare la mia lunga e segreta passione, rimisi l'orologio al suo posto, e, venuta l'ora, dopo tornato lo zio, me ne andai a casa a sentire i soliti rimproveri e le solite intemerate di Rituccia. La mattina dopo, me ne andavo tranquillo vèrso
   11 Seminario, secondo il solito, ed ecco venirmi incontro un prete il quale mi avverti che lo zio era furibondo contro di me perchè gli avevo rotto la ripetizione. Potete im-