maginare con quale terrore mi presentai a lui. Appena mi vide, mi si fece subito addosso e senz'altro mi prese a calci e mi cacciò dalla sua camera con l'ingiunzione di non porvi più piede. Io non l'avevo mai visto così alterato dalla rabbia, e il mio spavento e il mio dolore per i calci fu straordinario. Non avrei mai pensato che
10 zio avrebbe potuto trattarmi così, e quando mi riusci di voltarmi verso di lui, lo guardai con l'aria di chi ha inaspettatamente scoperto nella vita una cosa molto brutta e molto triste. Prima di quel giorno io studiavo sempre in camera di lui; ma, da quel momento mi fu imposto di studiare nel corridoio, e mi fu collocata una sedia dirimpetto alla sua camera. Io dovevo studiare su quella sedia ; ma, perchè lo zio potesse dalla camera assicurarsi del mio studio, dovevo farlo a voce alta. Mi addolorai molto, sul principio, di questo mio nuovo destino ; ma poi ne cavai argomento di sollievo e di spasso. Imparavo tre o quattro parole nel libro e ripetevo, brontolando, sempre quelle stesse parole: per esempio: il pronome sia invece del nome.... il pronome sta invece del nome.... Intanto, tenendo
11 libro sulle ginocchia, mi divertivo in mille deliziosi giochetti. Uno dei miei divertimenti preferiti era d'attaccare la coda alle mosche, di cui ero cacciatore spietato e valente. Ma, un giorno, che accadde? Una mosca, che doveva essere dotata d'insolita robustezza, spiccò con tutta la coda un volo d'inaspettato ardimento. Dopo di aver spaziato nel corridoio, entrò, risoluta a far le sue vendette, nella camera dello zio, e andò a posarglisi sul petto, mentre egli leggeva sulla poltrona. Mio zio, appena s'accorse di quella strisciolina di carta bianca animata che s'aggirava sulla sottana nera, non ci vide più. Corse da me, mi prese per tutti e due gli orecchi e mi sollevò da terra; e, dopo di avermi dato una conveniente