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Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Conte di Montecristo del Dumas e i Miserabili di Victor Hugo. Il babbo li leggeva le sere d'inverno, vicino al fuoco, col gomito appoggiato alla madia che era appunto in un canto del fuoco, mentre tutto il villaggio era immerso nel silenzio suo abituale di quell'ora, reso più intenso dalla neve che riempiva l'aria e richiamava il riposo. Tutti ascoltavamo attentamente. La mamma ascoltava facendo la calza e ogni tanto si commoveva alla lettura. A poco a poco la nostra rustica cucina si popolava di nuovi e strani personaggi. La povera mamma che era sempre in pensiero per mandare avanti la famiglia, al veder passare le fulgide monete d'oro e i gioielli dalle mani del Conte di Monte Cristo, non poteva raffrenare negli occhi un lampo d'innocente avidità ed invidia. Ma il Conte continuava spietato a farle ripassare sulla tavola dove si stendeva la pasta e pareva sorridesse di quella ristrettezza degli altri. Un' altra sera ecco Valjean, ecco Mario, ecco Cosetta che s'aggiravano e discorrevano come se fossero in casa loro nella nostra cucina e nelle altre stanze; ecco Tenardin che si arroventava sul nostro fuoco i ferri per offendere Mario; e quante somiglianze notavamo tra quei visi, tra quei caratteri e quegli avvenimenti nuovi e altri visi, altri caratteri, altri avvenimenti più noti : in quei giorni così vicini ai nostri della rivoluzione i raffronti con quelle battaglie, con quelle barricate, con quei banditi, con quei caratteri eroici erano più facili e il piacere della lettura più intenso; e tutto acquistava così una doppia vita: una, quella trasfusa dal genio dell'artista, e l'altra quella data da noi che a quelle immagini ne sovrapponevamo delle altre che si confondevano con esse. Anche il piccolo Gavroche aveva trovato il suo raffronto; il Gavroche di Colledara era Cesare, un ragazzo cieco da un occhio che metteva del continuo
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