scava espressione quella bocca dove pareva trasparisse la gioia di tutte le fattezze nel sentirsi così belle e così armoniche tra loro. Feci anche una poesia, della quale oggi non ricordo che una sola parola: fragranza; l'avevo Imparata da poco e m'aveva fatto impressione, non tanto forse per il significato quanto per la musica e mi pareva degna di cantar le lodi d'Ernestina.
Essa non mostrava di accorgersi, non ostante che le sue amiche gliene parlassero, di quella mia passione infantile, o forse ne rideva; e non ostante che avesse circa due anni più di me era ben lontana, credo, dal comprendere quello che io sentivo per lei. Non so come arrivai a procurarmi dei suoi capelli, e dopo di averli ravvolti in un pezzettino di carta li nascosi dentro l'abitino die la mamma mi aveva messo al collo ; così l'abitino della Madonna divenne busta al prezioso tesoro, e busta più degna e più espressiva non avrei potuto trovare. Le mìe sorelle e le altre bambine che avevano su per giù la mia età lo sapevano e di loro io non avevo vergogna, ma tenevo celato con ogni cura il mio amore e ogni segno di esso ai miei genitori. Non potevo davanti a essi sentire neppure il nome di Ernestina senza le fiamme al ( viso. Mi ricordo che un giorno s'era a pranzo e non so chi disse improvvisamente: — È venuta Ernestina. — Ebbi come una scossa, lasciai cadere la forchetta che , avevo in mano e diventai tutto rosso. Le sorelle s'ammiccavano e sorridevano: i genitori non s'accorsero di , nulla. Le generazioni tra loro non s'intendono mai piena-! mente; e la vecchia generazione riesce sempre un po' ingenua davanti alla nuova.
Può far maraviglia che tali sentimenti si destassero ^ un bambino di dodici anni e mezzo, chè io allora ®on avevo di più; ma non son rari io credo i casi di