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Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   giorni in Seminario e fui sottoposto alla pena solenne del Refettorio. Mio zio mi perdonò ; ma egli dovè pensare che il Vicerettore con quell'intercessione potesse farsi un' arma di potenza contro di lui e molte altre cose dovè pensare ; per il che dopo l'uscita delle prossime vacanze egli non volle che io rientrassi più in Seminario e fui ] mandato a dare l'esame di licenza ginnasiale a Teramo per poter compiere il Liceo in quella città. Così lasciai Atri, e la sua scuola, e non fui discepolo di mio zio nè degli altri maestri della Rettorica e della Filosofia. Quello che del loro modo d'insegnare ho detto più avanti, si è quello che nei Seminario correva sulle bocche di tutti, frequentassero o no la loro scuola.
   E cosi per volere dello zio nell'ottobre del 1872, nell'anno mio diciassettesimo andai a Teramo a dare gli esami di Licenza ginnasiale. Gli esami andarono bene per le materie letterarie; ma passai a stento nell'aritmetica. Il Martelli l'insegnava col suo solito e facile sistema del di qui fin qui, e io non ci avevo capito nulla. Di questa mia deficienza, ne risentii gli effetti in tutto il Liceo perchè, mancandomi la base dell'aritmetica, non potei mai prender gusto nello studio della matematica; la capivo male; affettavo di disprezzarla e se avessi potuto l'avrei bandita dal mondo, appunto perchè formava il mio tormento e la mia umiliazione. Passai dunque al Liceo, e mi trovai libero di me in un ambiente del tutto nuovo e ben diverso da quello che avevo lasciato. GÌ' istituti governativi nei primi anni dell'Italia nuova, erano in generale più bassi degli istituti privati per quanto anche questi fossero miseri. Le ragioni erano varie; ma due io credo che fossero le principali: una, che il governo non sempre si poteva fidare dei maestri vecchi ed esperti troppo legati al passato ordine di cose, e doveva ricorrere