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Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ai maestri giovani raccolti in fretta qua e lą e per lo pił mal preparati; l'altra, che i posti e gli uffģzi erano dati a quelli che erano o pretendevano di essere patrioti. I patrioti (parlo in generale e naturalmente vanno esclusi quei magnanimi che tutto dettero alla patria e nulla presero, ma quelli non si fanno chiamare patrioti) si facevano pagare il sangue, e fosse stato sempre il sangue ! versato per la patria. Essi inondarono come piena furiosa e nefasta tutti gli uffģzi, ma soprattutto quelli dell' istruzione e dell' educazione, perchč č principio generalmente ammesso che chi non sa far nulla, sappia almeno insegnare ed educare. I patrioti fecero l'Italia e poi se la mangiarono come fanno alcuni animali che non trovano boccone pił gustoso dei figliuoli appena nati. Una delle cause della povertą e della bassezza dell' Italia nei primi anni del Risorgimento sono stati per certo i patrioti e una delle cause della crescente prosperitą di questi ultimi anni č che i patrioti vanno a poco a poco sparendo ; e non c'č da sperare che l'Italia sia veramente grande se non sarą scomparso l'ultimo patriota o meglio se non si ammetterą che per essere patriota non č necessario portare un cappello a cono tronco con le tese diritte e pari pari e sulle ventitré e tre quarti, portare una cravatta svolazzante e una barba e una chioma alla Garibaldi. Sarą un gran giorno quello in cui verrą generalmente riconosciuto che possono meritare il nome di patrioti anche coloro che lavorano nell'oscuritą, mal pagati, dispregiati, rimproverati e tenuti a priori quasi in conto di mascalzoni, lavorano dico a gloria d'Italia e del suo avvenire; che non prendono mai una parte sfolgorante nelle feste bombardiere al suono di marce e di inni; che non sono mai nominati presidenti del tiro a segno nazionale o della Dante Alighieri.