Stai consultando: 'Colledara - aggiuntovi: Da Colledara a Firenze', Fedele Romani

   

Pagina (198/336)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (198/336)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   perchè questi voleva impancarsi a parlar di latino, fari cìie aveva speso tutta la sua vita a studiar soltanto Machiavelli e Guicciardini; e il Ferrucci non lasciava nessuna occasione por fargli sentire la propria superiorità in fatto di lingua latina. Un giorno che, come Paolo e Francesca, si ritrovavano soli e senz' alcun sospetto alle delizie della loro lettura, e leggeva il Ranalli, a questi venne pronunziato obrùtum in luogo di obrvtum. — Obrv-tum, òbrutum, Ferdinando, — strillò lesto il Ferrucci. E Ferdinando dandogli un'occhiata più che mai pelosa, nella quale si affermava tutta la compassione che egli sentiva, in quel momento, per il suo compagno di lettura, gli scagliò, nel miglior fiorentino moderno, una parola che comincia per b e finisce per accio. — Oh Dio, Ferdinando, — ribattè Michele, — questo linguaggio in bocca vostra! — E così di parola in parola, si leticarono. Per tre giorni Ferdinando non si fece vedere in biblioteca; ma poscia che fu venuto il quarto giorno, il pensiero della dolce consuetudine letteraria prese il sopravvento, e fu messo da parte ogni rancore. Riebbero principio le letture e gli abbracciamenti, e durarono finché, più dell'amore e dell'ammirazione, potè la morte.
   A proposito sempre della gelosia letteraria del Ferrucci per il Ranalli, ricorderò un altro aneddoto. Un giorno, il Ranalli, nel far lezione, disse, parlando di non so quale passo del Machiavelli, che c'era un luogo di Cicerone, il quale lo illustrava: luogo che egli aveva tradotto. A queste parole tutti quegli scolari che stavano attenti, e poi anche gli altri : — Legga, legga, — cominciarono, fìngendo una ammirazione che erano ben lontani dal sentire: — legga, professore. — Il Ranalli fece dapprima certe mosse un po' civettuole di soddisfazione insieme e di ripulsa; poi finalmente si lasciò vincere dal-