Facendo, in certo modo, la parodia di quei componimenti e di quei metri, scrissi sotto i cani:
Esti duo canes, chi lo buoi sapere, Etiandio quatuor possono parere.
L'anno che morse rege Emanuele, Feci io questo, Romani Fedele.
Ma, ecco, arrivò un altro alunno, al quale parve che il mio scritto meritasse un commento. E, pigliando il motivo da un passo delle lezioni del D'Ancona, scrisse sotto i versi presso a poco così:
« I versi sono contemporanei ai cani? Non si può affermare con sicurezza. Chi di voi, vedendo una pagina bianca in un libro, non ha sentito il bisogno, quando era fanciullo, di scrivervi o disegnarvi qualche cosa? Oh! il trovarsi i versi subito dopo i cani non vuol già dire che essi non possano appartenere ad uno o più secoli dopo. La critica non deve fondare i suoi giudizi su semplici argomenti di prossimità di luogo : essi sono spesso fallaci.... ».
E via di questo passo per una ventina di lunghe righe.
Una volta la satira si volse contro tutti i professori di tutte le Facoltà in un Numero unico dal titolo : Pisa, Pisa, Pisa,... titolo suggerito dal Paris-Mourcie, che in quei giorni fu pubblicato a benefìcio dei danneggiati dal terremoto in quest'ultima città. II nostro Numero unico era ricco di caricature, e di motti d'ogni genere, che spesso erano la riproduzione esatta, o in forma esagerata, di quelli ripetuti più frequentemente dai professori. 11 D'Ancona, che era piccolo e tondo, diceva: « Chi potrà mai arrivare all'altezza di Dante? ». Il Piccolomini, professore di greco : « La metrica è l'arte di misurare i