comunicazione col nostro mondo; e quella sua sublime indifferenza accresceva lo strazio nel vedergli ancora le sembianze della vita. Egli mori senza poter vedere laureato me che ero l'ultimo dei suoi figli maschi : io presi la laurea quattro mesi dopo.
Ma certi casi che sembrano a noi così gravi e dolorosi, sembreranno forse inezie e fanciullaggini in quella vita, quale che si sia, che incomincia con la morte; se pure potranno essere accolti in nessun modo, per la loro estrema miseria e piccolezza, nel circolo di essa.
Il fatto che, come abbiamo detto, interessò tutta l'Italia e si ripercosse in tutto il mondo civile, fti la morte di Vittorio Emanuele II, che, come tutti sanno, avvenne il 9 gennaio 1878. L'Italia intera corse a Roma, tanto rimase commossa della notizia improvvisa della morte di colui che pareva non dovesse e non potesse morire. Da Pisa partimmo 150 studenti. Non dirò che il motivo della partenza fosse soltanto il dolore per la morte di Vittorio e il desiderio di onorarlo. I giovani hanno sempre troppe cose per la testa. S'aggiungeva in molti la brama di veder Roma, e in tutti la vaga attrattiva di un viaggio fatto in tanti, tutti amici, benché con pochi soldi. Io avevo in tasca due lire: ma che importava? chi aveva avrebbe dato, e poi, in tempi migliori, si sarebbero fatti i conti.
Mi ricordo che, all'entrare in Roma, io mi aspettava di veder la città tutta in lutto, e che il lutto dovesse trasparire fin sul viso dei cocchieri e dei monelli della via. E mi parve strano veder l'aspetto della città del tutto normale, e la gente che attendeva con la solita faccia ai suoi affari: tanto da lontano siamo portati a isolare e ad estendere all'infinito una condizione, una qualità prevalente d'un luogo o d'una persona.
La nostra mancanza di danaro fece subito sentire i