pregavano fra i candelabri, e accanto a loro stavano impalati e immobili molti corazzieri, che facevano la guardia d'onore. Potemmo restar poco a guardare, perchè alla folla non era permesso di fermarsi. Essa poteva procedere lentamente, ma non arrestarsi, e usciva per una porta opposta a quella d'entrata.
11 giorno dei funerali, io e il mio amico non volemmo far parte del corteo per poterne meglio godere lo spettacolo. Ci mettemmo presso Porta del Popolo, dove l'accompagnamento doveva fare un largo giro attorno all' obelisco e mettere in mostra, ripiegandosi, tutta la sua maestà. Attorno attorno alla linea che esso doveva percorrere, c' era un cordone di cannoni da campagna con le bocche rivolte verso la folla. Dalle dieci della mattina fin verso le due o le tre, passò il corteo, o, meglfo, passò l'Italia. Ricordo la bionda figura del principe ereditario del Portogallo, che, col suo lucido elmetto e la chioma, che si arricciolava abbondante al di sotto di esso, pareva l'arcangelo Michele; ricordo la nobile figura del principe ereditario di Germania, padre del presente imperatore. A ogni minuto, sul Pincio soprastante, tonava il cannone, e pareva volesse esprimere nel suo sublime linguaggio la solennità del momento e annunziare al mondo l'angoscia di Roma e d'Italia. Un cerchio di fumo vibrava e si sperdeva, a ogni colpo, nell'aria; e da lontano, col ritmo d'un singulto profondo, rispondeva, memore dei fasti di Roma antica, Castel Sant'Angelo.
Finiti i funerali, i nostri compagni partirono quasi tutti : io e il mio amico fummo di quelli che vollero rimanere per il giuramento di Umberto; e non si crederebbe tanta perseveranza con quel martirio di letto, con quella misura nel cibo ; ma i giovani amano naturalmente il romanzo, e per noi quella vita di stenti aveva del
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