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IL MAESTRO
Passeggiavo una mattina di ottobre del 1880 davanti alla nostra casa in Colledara, quando mi fu consegnata una lettera del Ministero con la partecipazione di nomina a insegnante nel ginnasio inferiore di Potenza con lo stipendio di lire 1728: lo stipendio e l'ufficio erano una vera miseria, ma a me parve come d'essere improvvisamente divenuto una gran cima e di poter oramai vivere da me. Mia madre che intravedeva la fine dei duri sacrifizi e dei dolorosi vaglia mensili ne fu entusiasmata, tutti si rallegrarono col nuovo professore e pareva a tutti che quella lettera mi avesse arricchito di una scienza la quale si rifletteva non si sa come sul mio volto.
Dovevo trovarmi a Potenza, mi pare, per il primo di novembre, e partii pieno di speranze, non senza per altro un certo vago fondo di malinconia per il pensiero di dovermi inabissare tanto in giù nella bassa Italia, regione che io non avevo mai visitato. Nel mio viaggio dovei passare naturalmente per Napoli, ma tirai avanti diritto senza fermarmi. È indescrivibile l'ammirazione da cui mi sentii invaso quando il treno cominciò ad avanzare tra le fertili ridenti campagne che circondano la bellissima città: mi pareva che l'aria fosse dorata, che gli erbaggi