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Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   case povere e rozze, tra quelle straducole strette e irregolari e sudicie! È pur vero che ii letame che è cosa corrotta e fetida serve ad alimentare la vita e il profumo dei fiori.
   Faceva impressione la poca cura che le donne si davano di nascondere il seno. Il pudore del seno si può dire che non esistesse: non solo esso rimaneva quasi scoperto per il costume liberale che portavano, ma soleva a volte scappar fuori e mostrarsi per intero in qualche movimento della donna, per esempio nei curvarsi spazzando. La donna senza mostrarsene punto preoccupata, lo rimetteva a posto e continuava l'opera sua. Io mi son trovato presente a una di queste esposizioni.
   Queste poche note che ho scrìtto sugli usi e sulle abitudini di Potenza al tempo che io vi fui mandato dal governo, non sono dettate da malanimo, ma solo dal desiderio di dire la verità. Ora mi dicono che le cose sono molto cambiate, e quello che io ho scritto servirà a far meglio apprezzare ii cammino fatto da quelle popolazioni, che se considerate nello stato presente sono ancora molto indietro alle provincie del Nord, sembreranno degne ciò nonostante della più viva ammirazione, quando si pensi al passo che hanno fatto e al punto da cui sono partite. Se le provincie del Nord avessero progredito con la stessa rapidità, Milano dovrebbe ora forse essere Parigi.
   E se qualcuno degl'inconvenienti da me notati ancora sussiste, possa valere la mia povera parola ad affrettarne la fine e la sparizione definitiva.
   In Italia, per un'esagerata reazione alle lunghe lotte civili di altri tempi, gli abitanti delie diverse provincie evitano quanto possono di render pubblici i difetti che essi si notano scambievolmente tra loro : ma parlando poi non hanno nessun riguardo nel criticarsi e nello stuzzi-