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Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   monaco, rimasto a terra nel 76 per l'ascensione al potere della Sinistra, che a Potenza era rappresentata dal Branca. Ricordo sempre il nobile aspetto, il fare signorile e la bella cultura di quell'uomo che pareva nato fatto alla vita di governo. Ma per ragioni di partito era rimasto giù dopo lunghi anni di deputazione e languiva a Potenza, aspettando una nuova buona occasione, che non si presentò più. Egli, forse per i molti denari spesi via via e all'ultimo inutilmente nelle elezioni, era quasi nella miseria e il trattore dove egli mangiava faceva continui lamenti per la sua poca precisione nel sodisfare gli obblighi. Non potendo contentare il trattore, egli cercava di farsi almeno amici i camerieri, a cui soleva dare di tanto in tanto mance esagerate.; il che del resto era molto più facile che il pagare l'abbonamento. La sua conversazione era molto gradita e interessante non solo per il suo valore personale, ma anche per molte persone di alto grado che aveva potuto conoscere nel lungo periodo della sua vita parlamentare.
   Come ho detto, io ero andato a Potenza come insegnante nel Ginnasio inferiore ; ma dopo un paio di mesi, per l'improvvisa partenza d'un professore, fui incaricato d'insegnare in 5* ginnasiale e lasciai i bambini della 1* classe, che già mi si erano affezionati e progredivano abbastanza bene. Io ho sempre cercato nel mio insegnamento di farmi voler bene dagli scolari; quando tra scolari e maestro c'è un vivo legame d'affetto, il terreno più arido verdeggia e fiorisce e la ricchezza dei frutti si raddoppia come per incanto.
   Il nuovo insegnamento mi portò una gran necessità di studio e di preparazione. Quando si esce dall'Università si sa, anch'oggi, generalmente, ben poco; ai miei tempi poi era peggio che mai. Bisognava, venuto il mo-