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Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   non deriva solo dalla crassa ignoranza di una piccola parte di quei nostri rappresentanti, ma dal cupo rancore che molti di essi hanno ragione di serbare contro i loro maestri, a cui è noia la povertà del loro cervello, che già un giorno valutavano con ostinati zeri nel registro di scuola.
   A Potenza stetti un solo anno scolastico. Ad anno nuovo fui mandato a Cosenza, promosso a professore reggente di ginnasio superiore. Cosenza è città più cospicua di Potenza e per belle tradizioni di studii e per nobiltà e ricchezza di famiglie. Oltre a ciò i calabresi hanno indole più nettamente caratteristica dei Basilischi ; questo sarebbe il vero nome patronimico degli abitanti della Basilicata; ma essi preferiscono di chiamarsi all'uso antico lucani, oppure si danno il nome di calabresi; cosa che i calabresi non approvano. Allo stesso modo che agli abruzzesi non piace che gli abitanti del Molise si appropriino il loro nome patronimico.
   Al Liceo e Ginnasio di Cosenza trovai un Preside Rettore, vecchio e rimminchionito, coi baffi tinti e con la testa quasi al tutto nuda di capelli, nùdità che egli teneva sempre ricoperta d'un berretto nero, che si levava con impeto e sbatteva sul tavolino negli scoppi d'ira, i quali erano frequenti, ma passavano presto, specialmente se chi ne era la causa gli mostrava i denti. Aveva, per altro, il merito d'esser parente d'un uomo politico molto noto.
   Era mio collega al Ginnasio superiore un curioso vecchiotto, parente anche lui d'un noto deputato. Era piccolo, magro e sparuto, con fìsonomia che teneva del gatto. Un buon uomo del resto ; ma gli scolari erano con lui senza pietà, e gliene facevano di tutti i colori. Una volta che egli volle allontanarne uno dalla scuola, questi andò dal