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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto!
ben più d'una lezione. Il Paolucci mi osservò attentamente, ma anche per lui il cuore stava bene, tutto stava bene; e il mio male doveva essere pura e semplice ipocondria; e pregò i miei amici di farmi distrarre e accompagnarmi spesso dallo Scarpetta al San Carlino, il quale in quel tempo era ancora in piedi. Ma San Carlino e le altre distrazioni non riuscirono ad allontanare il mio male. Un giorno fui ripreso dall'accesso terrificante mentre ero poco lungi dall' Ospedale e potei arrivare che durava ancora. Il Paolucci fu contento di osservarmi durante l'accesso. Io tremavo tutto in preda alla fiera agitazione e mi raccomandavo al medico perchè non mi lasciasse morire. Il Paolucci osservava qua e là e fischiettava pensoso e incerto. Quel fischiettare mi rassicurava un po' e pensavo che se io avessi proprio dovuto morire in quel momento il medico forse non avrebbe fischiettato. Ma ecco che mentre egli mi pendeva sopra tutto intento a cercar di spiegare gli oscuri fenomeni, gli giunse dalla mia bocca un odore caratteristico, l'odore d'un veleno ben noto ai chimici: l'acetone. I miei disturbi cardiaci erano dunque fenomeni di autointossicazione : io mi avvelenavo da me. Nel mio stomaco per le alterate funzioni digestive si produceva un veleno.
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