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Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   dino prese parte con lo splendore e i vivi colori delle vesti rinnovellati. Il giornaletto morì presto, ma coi denari guadagnati con quei pochi numeri potemmo fare tra noi amici un'allegra cena in una serata di veglione al Teatro Comunale.
   Il marzo di quello stesso anno io e alcuni altri giovani professori e il Direttore del Corriere abruzzese ci mettemmo d'accordo per ammannire alla città un madornale pesce d'aprile. Allora erano molto in voga i pesci d'aprile. Ai primi giorni di marzo il Corriere abruzzese nella cronaca della città pubblicò una breve nota che annunziava per la prossima primavera una serie di conferenze che dovevano essere tenute dai professori del Liceo e del Ginnasio. Intanto noi avevamo parlato con parecchi professori e li avevamo persuasi sul serio a preparare le conferenze. Erano stati fissati i turni. Io avrei tenuta una conferenza sul suicidio. I miei compagni in conferenze si davano un gran da fare e chiedevano libri in prestito, visitavano biblioteche, chiedevano pareri. Noi che preparavamo il pesce ridevamo e tenevamo conciliaboli. Intanto il Corriere abruzzese tornava sull'argomento e prometteva la lista dei temi; la città s'interessava, le signore e le signorine, passati i divertimenti del carnevale, vedevano nelle conferenze una nuova e insperata via per riprendere i ritrovi e gli amoretti interrotti. Il Corriere abruzzese pubblicò la lista dei temi: furono trovati interessanti e soprattutto ii mio sul suicidio. I giorni passavano: la data della mia conferenza che doveva naturalmente cadere nel primo d'aprile s'avanzava; il Corriere abruzzese promise di pubblicare il sommario dèlia mia conferenza senza però accennare al primo d'aprile. Si pensò di rinfocolare gli animi col pettegolezzo per accrescere l'interesse per le prossime conferenze. Il Corriere abruzzese pubblicò una