fine dell'anno fu tale la relazione del Preside, che il Ministero lo ringraziò e lo rimandò a casa.
Il caso di questo professore era veramente un po' speciale; ma una delle cause che riempiono le facoltà di Lettere all' Università e poi le scuole di gente nata, piuttosto che pier insegnare, per coltivare le rape e i cavoli cappucci, sono le borse di studio e i premi dati e promessi in ogni paese agli studenti di letteratura. E certo il mio collega di Sassari era riuscito ad ottenere qualche borsa ecclesiastica. Se i premi e le borse fossero sempre giustamente aggiudicali, essi potrebbero essere anche un bene; ma nella pratica accade troppo spesso che la pietà e le raccomandazioni o altri estranei interessi tengano luogo del merito. Ora, è vero, ci sono i concorsi; ma essi portano poco vantaggio e continueranno a portarne poco finché non si rinnovino gli uomini. E poi nei concorsi non si può tener conto di tanti elementi che si sottraggono ad essi e che pure sono così importanti. Voglio dire la qualità del carattere, il nobile ed alto sentire, la fermezza nei propositi, l'austerità della vita. Ma, si dirà, i presidi non riferiscono anche sul carattere dell' insegnante? Sì, riferiscono; ma come? è meglio non insistere su quest'argomento. Fino agli ultimi tempi spesso diventava preside chi mostrava di non saper insegnare, e diventava provveditore chi mostrava di non saper fere il preside, e così via via fino a Ministro.
Quando entrai in classe la prima volta rimasi un po' stupito dei nomi che trovai sul registro. Nella prima liceale, mi pare, c'erano tutti insieme questi nomi: ca-nis, mulas, porca, purqueddu ! Io mi vergognavo di chiamar, per esempio, porcu, e in questi casi per attenuare mettevo avanti un signor. Del resto questi nomi di animali usavano anche da noi nel medioevo. La ragione