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Colledara
- aggiuntovi: Da Colledara a Firenze
Fedele Romani
R. Bemporad & Figlio, 1915, pagine 335

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   stretta che è propria delle isole. Ma, tutto considerato, coi giovani sardi si va bene, ed è facile affezionarseli. Certo, alle difficoltà che incontrano tutti i professori per guadagnarsi l'affetto e la stima degli scolari, bisogna là aggiungerne un'altra; la contrapposizione costante ed inevitabile tra isolano e continentale. Nei due anni e mezzo che rimasi a Sassari, non posso contare da parte degli studenti che un solo e individuale tentativo di ribellione ; ma fu più comico che altro. Un giorno mentre m'avviavo dal caffè verso casa, sentii un giornalaio che gridava a perdifiato : — Su bbucciatu de su bbrufessure Rumanu, su bbucciatu de su bbrufessure Rumanu. — Credetti al primo momento che m'ingannasse l'orecchio, ma dovei presto persuadermi che si gridava proprio il mio nome. M'avvicinai al giornalaio e comprai due copie del foglio che egli vendeva correndo e vociando. Lì per lì non nego che ebbi un po' di apprensione. Fra quelle centinaia di temi, per quanta diligenza si usasse, non era difficile scambiare i voti di uno studente con quelli di un altro. Perciò mi affrettai a scorrere con gli occhi il tema stampato e la firma. Ma mi tranquillai subito perchè riconobbi il lavoro e mi ricordai di tutte le ragioni per cui avevo proposta la riprovazione. Lo studente aveva apposta al tema un' intestazione solenne : « A tutti gì' Italiani che hanno fior d'ingegno, al prefetto della provincia, al provveditore,, al segretario generale (così allora si chiamava il sottosegretario di Stato), al Ministro, ecc. ecc. ecc. » 11 Ministro naturalmente non tardò a riceverne una copia, ma dette ragione a me e a tutta la Commissione, certo per dar addosso all'isolano e proteggere i continentali.
   I primi mesi della mia dimora a Sassari dovei molto lavorare, soprattutto per la necessità che avevo di prò-